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News - 04/07/2017

Consiglio Regionale del Lazio: approvati i primi due articoli della proposta di legge per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio

L’esame della proposta di legge è ripreso ieri mattina

Sono stati approvati dal Consiglio Regionale del Lazio i primi due articoli della proposta di legge, di iniziativa della Giunta Zingaretti, per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio.

Due disposizioni che contengono già gli elementi caratterizzanti una legge, di iniziativa della Giunta e rappresentata in Aula dall’Assessore Michele Civita, che si propone di promuovere, incentivare e realizzare attraverso strumenti ordinari – e affidando un ruolo centrale ai Comuni – una rigenerazione urbana concepita per migliorare la “qualità della vita” dei cittadini. Quelle votate in via definitiva sono state le norme su finalità e ambiti di applicazione e programmi di rigenerazione. A fine seduta è stato illustrato l’articolo 3 che disciplina ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio.

Tra le novità rispetto al testo dell’articolo 1 della legge licenziato in Commissione, la previsione non solo che la Regione inserisca criteri specifici nella definizione dei bandi su fondi strutturali europei a favore delle aree e degli interventi di rigenerazione urbana, ma anche “dei progetti sperimentali di rigenerazione urbana volti all’innovazione, all’attuazione di particolari forme di economia circolare e all’inclusione sociale”. Riformulata la norma sugli interventi per le attività sociali ed economiche, a favore del recupero della residenzialità e delle attività artigianali, della riutilizzazione delle aree di mercato inutilizzate dalla piccola distribuzione commerciale e di nuove attività produttive nelle are industriali dismesse.

Completato anche l’esame dell’articolo 2, iniziato nella scorsa seduta, relativo ai “programmi di rigenerazione urbana”. Tra le modifiche introdotte quella che allarga alle “associazioni consortili di recupero urbano”, oltre che ai privati, la possibilità di proporre tali programmi ai Comuni.

La quota poi di alloggi da destinare, all’interno dei programmi, a edilizia residenziale pubblica e sociale non potranno essere fissati dalle amministrazioni comunali a meno del 20 per cento. Degna di menzione una disposizione che – allorché ci sia un trasferimento di cubature – cerca di assicurare la bonifica in particolare dei siti industriali dismessi. Definita, grazie a un emendamento, la quantità – non inferiore al 30 per cento – dei materiali derivanti da demolizioni di opere e manufatti di edilizia civile ed infrastrutturale da riutilizzare. Fissati anche livelli di punteggio minimo da raggiungere per il Protocollo Itaca, uno strumento di valutazione del livello di sostenibilità energetica e ambientale degli edifici che la legge richiama.

L’esame della proposta di legge è ripreso ieri mattina.

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