Si informa che Unindustria è tornata a portare all’attenzione dei Dirigenti del Ministero dell’Ambiente, della Regione Lazio e del MISE la sua forte preoccupazione per lo scenario che si sta delineando a seguito dei primi risultati analitici relativi alle indagini preliminari su terreni ed acque sotterranee condotte da diverse imprese all’interno del SIN “Bacino del Fiume Sacco”. Ciò che sta emergendo è che, spesso, si riscontrano superamenti dei valori delle CSC che non interessano i terreni ma sono limitati solo alle acque di falda.
Alla luce di ciò Unindustria ha messo in evidenza come i contaminanti ritrovati nelle falde non sempre sono ascrivibili ai cicli produttivi delle aziende che operano nei siti oggetto d’indagine, essendo spesso il risultato di eventi storici di contaminazione ed essendo il soggetto che gestisce il sito non sempre responsabile dell’inquinamento.
Si è ribadito come molte delle aree del SIN siano state riconosciute aree di crisi industriale complessa, il cui recupero viene considerato prioritario per lo sviluppo del Paese e come, quindi, per evitare che l’emergenza ambientale si trasformi anche in emergenza economica ed occupazionale, sia necessario prevedere misure d’intervento straordinarie.
Nel documento trasmesso Unindustria ha avanzato diverse proposte di natura tecnica finalizzate a consentire la possibilità di realizzare interventi edilizi, ridurre le attuali tempistiche per l’esecuzione delle controanalisi ed il rilascio di pareri da parte delle pubbliche amministrazioni, snellire l’iter procedurale di caratterizzazione e bonifica e prevedere misure straordinarie per la gestione della contaminazione delle acque.
Infine, è stata reiterata la richiesta di istituire la Cabina di Regia SIN Valle del Sacco prevista dal Protocollo d’intesa sottoscritto a marzo 2018 da MATTM, MISE, Invitalia e Regione Lazio.
Si resta a disposizione per ogni ulteriore informazione in merito alle proposte avanzate e per confronti tecnico amministrativi del caso.