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News - 23/04/2020

Europa - Videoconferenza del 23 aprile dei membri del Consiglio europeo convocata dal Presidente del Consiglio europeo Charles Michel che fa seguito alla riunione dell' Eurogruppo tenutasi il 7 e 9 aprile 2020

Focus sulle misure in discussione dall'Eurogruppo

Il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha convocato per oggi pomeriggio una videoconferenza dei leader dell'UE che fa seguito alla riunione dell' Eurogruppo (in formato inclusivo) tenutasi il 7 e 9 aprile 2020 la quale, al termine di un intenso confronto, ha raggiunto un accordo parziale - da sottoporre ai leader dell'UE - su un insieme di strumenti da adottare per fronteggiare gli effetti della pandemia COVID-19 sul piano economico e sociale (Per approfondimenti, si veda il dossier "I negoziati nell'ambito dell'UE sulle misure economiche per fronteggiare la pandemia COVID-19").

Secondo le stime dell' OCSE, le rigorose misure di contenimento in atto, necessarie per rallentare la diffusione della pandemia, determineranno ogni mese una perdita di almeno 2 punti percentuali nella crescita del PIL annuale e il lockdown avrà un impatto diretto su settori che rappresentano fino a un terzo del PIL nelle economie del G7.

Le previsioni del FMI prevedono che il PIL globale nel 2020 dovrebbe scendere del 3% (prima dello scoppio della pandemia, il FMI stimava per il 2020 una crescita superiore al 3,3). In base a tali previsioni, nel 2020 l' Eurozona nel suo complesso dovrebbe subire una riduzione del PIL del 7,5% (con una ripresa del 4,7% nel 2021) ma l'Italia registrerebbe un andamento particolarmente negativo -9,1% (con un rimbalzo del 4,8% nel 2021).

Le misure in discussione

L'accordo conseguito in sede di Eurogruppo è delineato in una Relazione sulla risposta generale della politica economica alla pandemia di COVID-19" che, tra l'altro, illustra anche le iniziative che sono state già assunte a livello di UE e di Eurozona.

Per effetto dell'iniziativa assunta da 9 Paesi (Italia, Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna), ha preso l'avvio un negoziato che, allo stato, si è tradotto, in sede di Eurogruppo, nella individuazione di una serie di misure:

  1. Utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità (MES) attraverso uno Strumento di sostegno alla crisi pandemica basato sulle esistenti linee di credito precauzionali (ECCL). Lo Strumento sarebbe disponibile, per la durata della crisi, per tutti gli Stati dell'Eurozona, con condizioni standardizzate concordate in anticipo dagli organi direttivi del MES, che tengano conto delle difficoltà attuali, sulla base di valutazioni delle istituzioni europee. L'unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati richiedenti assistenza si impegnino ad utilizzarla per sostenere il finanziamento interno dell'assistenza sanitaria diretta e indiretta e i costi relativi alla cura e alla prevenzione causati dall'emergenza.

L'ammontare complessivo massimo delle risorse che potrebbero essere messe a disposizione di ciascuno Stato sarà il 2% del PIL del rispettivo Stato alla fine del 2019 (si tratterebbe di circa 240 miliardi di euro totali; circa 35/ 36 miliardi di euro per l'Italia). L'Eurogruppo si è impegnato a rendere disponibile lo Strumento entro due settimane, nel rispetto delle procedure nazionali e dei vincoli costituzionali.

  1. Istituzione di uno Strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE - proposta di regolamento COM(2020)139) che fornirebbe agli Stati membri richiedenti assistenza finanziaria, per un totale di 100 miliardi di euro, sotto forma di prestiti concessi a condizioni favorevoli, ma che sarebbero basati su un sistema di garanzie volontarie (25 miliardi di euro) degli Stati membri nei confronti dell'UE. Lo strumento entrerebbe in funzione una volta che tutti gli Stati membri si saranno impegnati in relazione a tali garanzie;

Numerosi Stati membri avrebbero espresso perplessità in merito alla necessità che tutti abbiano sottoscritto la garanzia come condizione necessaria per l'avvio, evidenziando i rischi di tardare l'attivazione di uno strumento urgente a causa di possibili ostacoli nei Parlamenti nazionali:

  1. Attuazione della proposta della BEI di creare un fondo di garanzia paneuropeo di 25 miliardi di euro, capace di assicurare, fungendo da leva finanziaria e in partenariato con i finanziatori locali e con gli istituti di promozione nazionali, finanziamenti per 200 miliardi di euro, a favore delle imprese, in particolare PMI, in tutta l'UE. Il fondo di garanzia sarebbe finanziato dagli Stati membri dell'UE proporzionalmente alle rispettive quote di azionariato nella BEI e/o da altre istituzioni;
  2. Lavorare per creare un Fondo (temporaneo) per la ripresa economica (Recovery Fund), per preparare e sostenere la ripresa, fornendo finanziamenti attraverso il bilancio dell'UE a programmi volti a rilanciare l'economia in linea con le priorità europee e garantendo la solidarietà dell'UE con gli Stati membri più colpiti.

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