Il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha convocato per oggi pomeriggio una videoconferenza dei leader dell'UE che fa seguito alla riunione dell' Eurogruppo (in formato inclusivo) tenutasi il 7 e 9 aprile 2020 la quale, al termine di un intenso confronto, ha raggiunto un accordo parziale - da sottoporre ai leader dell'UE - su un insieme di strumenti da adottare per fronteggiare gli effetti della pandemia COVID-19 sul piano economico e sociale (Per approfondimenti, si veda il dossier "I negoziati nell'ambito dell'UE sulle misure economiche per fronteggiare la pandemia COVID-19").
Secondo le stime dell' OCSE, le rigorose misure di contenimento in atto, necessarie per rallentare la diffusione della pandemia, determineranno ogni mese una perdita di almeno 2 punti percentuali nella crescita del PIL annuale e il lockdown avrà un impatto diretto su settori che rappresentano fino a un terzo del PIL nelle economie del G7.
Le previsioni del FMI prevedono che il PIL globale nel 2020 dovrebbe scendere del 3% (prima dello scoppio della pandemia, il FMI stimava per il 2020 una crescita superiore al 3,3). In base a tali previsioni, nel 2020 l' Eurozona nel suo complesso dovrebbe subire una riduzione del PIL del 7,5% (con una ripresa del 4,7% nel 2021) ma l'Italia registrerebbe un andamento particolarmente negativo -9,1% (con un rimbalzo del 4,8% nel 2021).
Le misure in discussione
L'accordo conseguito in sede di Eurogruppo è delineato in una Relazione sulla risposta generale della politica economica alla pandemia di COVID-19" che, tra l'altro, illustra anche le iniziative che sono state già assunte a livello di UE e di Eurozona.
Per effetto dell'iniziativa assunta da 9 Paesi (Italia, Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna), ha preso l'avvio un negoziato che, allo stato, si è tradotto, in sede di Eurogruppo, nella individuazione di una serie di misure:
L'ammontare complessivo massimo delle risorse che potrebbero essere messe a disposizione di ciascuno Stato sarà il 2% del PIL del rispettivo Stato alla fine del 2019 (si tratterebbe di circa 240 miliardi di euro totali; circa 35/ 36 miliardi di euro per l'Italia). L'Eurogruppo si è impegnato a rendere disponibile lo Strumento entro due settimane, nel rispetto delle procedure nazionali e dei vincoli costituzionali.
Numerosi Stati membri avrebbero espresso perplessità in merito alla necessità che tutti abbiano sottoscritto la garanzia come condizione necessaria per l'avvio, evidenziando i rischi di tardare l'attivazione di uno strumento urgente a causa di possibili ostacoli nei Parlamenti nazionali: