Se è vero che l’oceano è il grande unificatore, per dirla come l’esploratore Jacques Cousteau, allora il messaggio che bisogna essere tutti connessi e tutti chiamati ad una responsabilità collettiva, è stato centrato. Il webinar “Noi siamo oceano” organizzato da D Hub Studios in collaborazione con Unindustria e Unesco nell’ambito della XIX Settimana della cultura d’impresa di Confindustria, ha anticipato un tema destinato ad essere di grande attualità nell’immediato. In campo non è scesa soltanto la scienza, ma anche il mondo delle imprese per spiegare concretamente come è possibile realizzare buone prassi e dare un contributo per salvare il Pianeta.
Le testimonianze sia dal punto di vista scientifico che imprenditoriale su quanto si possa e debba fare per la tutela e la salvaguardia degli oceani, sono state alla base di questa iniziativa aperta dal presidente di Unindustria Angelo Camilli , e nella quale si sono misurati Lidia Cudemo per D Hub Studios, Francesca Santoro, responsabile del programma Ioc Unesco, Caterina Stagno del Nucleo inclusione digitale Rai, Nicola Piazza amministratore Wurth, Francesco Borgomeo presidente Saxa Gres, Federico Colosi direttore comunicazione e sostenibilità Sogin, Franco Borgogno giornalista e divulgatore scientifico.
Un confronto di idee, proposte, tecnologie ed innovazioni trasferibili raccontate nel corso di una diretta seguitissima per dire, tutti insieme, che l’oceano che vogliamo è sicuro, trasparente e coinvolgente. Nonostante alcuni progressi molte sfide oceaniche continuano a peggiorare. Tra inquinamento, perdita di habitat e cambiamenti climatici, l’oceano non ha mai vissuto una gamma così diversificata di minacce. Il video che riproponiamo con testimonial d’eccezione, serve a spiegare come la scommessa per ridurre l’inquinamento marino abbia bisogno di approcci innovativi ed imprenditoriali, necessari per sostenere un nuovo paradigma di crescita che sia sostenibile per la vita del nostro pianeta. - per Lidia Cudemo D-Hub Studios – non dipende dalla grandezza di un’azienda ma dalla capacità di dare un contributo>.
<È necessario raggiungere una società che sia consapevole per capire che l’oceano non è un luogo dove possiamo immettere sostanze, dove si può inquinare – ha detto Francesca Santoro – Nella S di Unesco c’è il mandato per coordinare la ricerca scientifica e noi siamo già al lavoro>.