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NEXTCHEM - MAIRE

ABILITARE LA TRANSIZIONE ENERGETICA ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE INDUSTRIALE

UN MODELLO DI...INNOVAZIONE

Il Gruppo MAIRE ha sviluppato, mediante la sua società NextChem parte del cluster Sustainable Technology Solutions, una soluzione innovativa e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, il Modello del Distretto Circolare Verde. Il Modello, che integra tecnologie proprietarie e su licenza già disponibili e pronte per essere implementate in loco, consiste in una piattaforma integrata di tecnologie di chimica verde quali: l’Upcycling, ovvero il riciclo meccanico di qualità di rifiuti plastici, la conversione chimica di scarti plastici e secchi non riciclabili (Waste to Chemicals) e la produzione di idrogeno verde via elettrolisi. L'obiettivo del Modello del Distretto Circolare Verde è quello di produrre prodotti chimici a basse emissioni di carbonio che possono essere utilizzati in diverse filiere industriali, come l'industria del mobile, quella chimica e il settore dei trasporti, attraverso il recupero dei rifiuti. Il Modello contribuisce allo sviluppo della green economy coniugando l’economia circolare e gli obiettivi di decarbonizzazione, partendo dalla riconversione dei siti industriali dismessi o in via di dismissione, senza ulteriore consumo di suolo, e recuperando le grandi competenze tecniche che si trovano in questi luoghi. Attraverso la tecnologia Waste to Chemicals, sviluppata dalla società di NextChem MyRechemical, è possibile convertire i rifiuti non riciclabili meccanicamente - come il PLASMIX e il Combustibile Solido Secondario (CSS) - in un gas sintetico, il Gas Circolare. Il Gas Circolare può essere impiegato come tale, per le sue qualità riducenti, all’interno di processi produttivi hard to abate, come quello siderurgico, in sostituzione di gas di sintesi prodotto da metano o di derivati del carbone (come il polverino di carbonio), abbattendo le emissioni climalteranti generate, e con un costo inferiore. Il Gas Circolare può inoltre essere utilizzato come base per la produzione di Idrogeno Circolare, Metanolo Circolare, o Etanolo Circolare, o una molteplicità di altri composti chimici fondamentali per l’industria. Un sottoprodotto del processo è un granulato inerte, che trova impiego nelle industrie della ceramica e dell'edilizia per la produzione di piastrelle, mattoni, cemento e materiale di brillamento. La tecnologia Waste to Chemicals consente di risparmiare fino al 95% di emissioni complessive di CO2 in atmosfera (considerando il ciclo di vita completo) rispetto a quelle prodotte dall’incenerimento dello stesso quantitativo di rifiuti, convertendo i rifiuti in ingresso in prodotti dall’alto valore commerciale, riducendo così a solo il 5% lo scarto finale (fanghi).

 

IL PROGETTO: LA PRIMA HYDROGEN VALLEY A ROMA

NextChem ha in corso una decina di studi di fattibilità per la realizzazione di impianti Waste to Chemicals. Ha inoltre avviato la fase ingegneristica della prima Hydrogen Valley di Roma. Il progetto è quello di realizzare il primo incubatore tecnologico su scala industriale per lo sviluppo della filiera nazionale per produzione, trasporto, accumulo e utilizzo dell’idrogeno per la decarbonizzazione dei processi industriali e per la mobilità sostenibile. Attraverso la tecnologia Waste to Chemicals, l’impianto produrrà inizialmente ca. 55.000 ton/a di Etanolo Circolare e 1.500 ton/a di Idrogeno Circolare, generate dalla conversione chimica di 192.000 ton/a di rifiuti. Il progetto si candida ad essere l'unico in grado di immettere una grande quantità di idrogeno nella Capitale e nel territorio circostante, contribuendo alla conversione della mobilità locale, alimentando una flotta di autobus e di treni regionali ad idrogeno, e dell’industria. Il progetto è infatti adatto a servire una serie variegata di clienti e usi finali, comprese le applicazioni di mobilità nel settore stradale, marittimo e dell'aviazione. L’idrogeno low-carbon è impiegabile nei processi industriali, nel forno delle acciaierie all’interno dei processi di riduzione degli ossidi di ferro, nonché miscelato con monossido di carbonio. L’Hydrogen Valley di Roma sarà inoltre la sede di un hub tecnologico e di innovazione per lo sviluppo di nuove tecnologie per la transizione energetica, fondato sull’interazione di NextChem con l’ecosistema esterno. A tal riguardo sono state strette partnership con la Fondazione Bruno Kessler (FBK) e l'ENEA per lo studio delle prestazioni e del comportamento in condizioni di non stazionarietà della tecnologia. Con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale (DIMA), Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente (DICMA) ed il dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica (DIAEE), della Sapienza Università di Roma, NextChem collabora per l’elaborazione di studi tecnico - scientifici volti all’ottimizzazione del controllo e del design del sistema. L’aggiudicazione del contributo per il Progetto EU IPCEI per l’Hydrogen Valley di Roma ha dimostrato che la tecnologia Waste to Chemicals è di grande interesse per la comunità europea come soluzione in grado di rispondere sia al problema della valorizzazione dei rifiuti che al problema della produzione di idrogeno. Si evince così come la tecnologia Waste to Chemicals e l’Idrogeno Circolare possano essere considerati riconosciuti dalla Commissione Europea come strategici. Il progetto può inoltre essere considerato come first of kind da replicare a livello europeo. A giugno 2023, MAIRE ha presentato il progetto della prima stazione di rifornimento ad Idrogeno Circolare che sarà realizzata da Q8 a Roma in via Ardeatina e rifornirà veicoli leggeri e pesanti per il trasporto sia pubblico che privato, con idrogeno prodotto dal primo impianto Waste to Hydrogen in Italia. L’impianto avrà una capacità a regime fino a circa 700 kg al giorno, assicurando una riduzione di emissioni di CO2 di oltre il 75% rispetto all’uso del diesel convenzionale.

 

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