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La voce delle imprese - 20/11/2024

Basf, il recupero dei metalli diventa ecocompatibile

Ne ha parlato La Repubblica con l'intervista ad Adriano De Angelis, direttore dello stabilimento di Roma - La Voce delle Imprese


Dal 1956 nel cuore della Tiburtina Valley, il sito romano della Basf presenta il suo piano green. Due i nuovi filoni dell’azienda: da una parte la realizzazione di catalizzatori con materiali riciclati e dall’altra un laboratorio di analisi che opera nella filiera del recupero delle terre rare per le batterie.
 
La Basf di Roma consolida la sua vocazione di azienda leader per il recupero dei metalli preziosi nei processi industriali con due novità: una nuova linea green per la produzione di catalizzatori a minor utilizzo di metalli preziosi e di energia e un nuovo laboratorio di verifica e analisi dei metalli presenti nelle batterie ai fini del loro successivo recupero e riuso. I due nuovi filoni aziendali (nell’ottica del raggiungimento della sostenibilità ambientale) lanciati nella storica fabbrica romana, uno degli stabilimenti più grandi della cosiddetta Tiburtina Valley, l’area industriale hitech che corre lungo la direttrice Est della Capitale, vengono anticipati da Adriano De Angelis (in foto sotto), direttore dello stabilimento della Basf Roma.
 
«In questo sito — spiega — vengono prodotti catalizzatori su base di metalli preziosi, come platino o palladio. Quello che facciamo qui è prendere questi metalli e utilizzarli nei processi produttivi dei catalizzatori che poi vengono inviati al cliente. Poi, dopo un utilizzo di un certo periodo, il catalizzatore esaurisce la sua performance e il metallo, previo recupero, può tornare qui per il riutilizzo in nuovi catalizzatori, un processo che naturalmente ha un impatto ambientale molto più basso rispetto ad andare a scavare nelle miniere per trovare nuove materie prime».
 
«Nell’ambito di questo procedimento — continua Adriano De Angelis — la novità riguarda la creazione di una nuova filiera green di catalizzatori che riduce l’ordine di grandezza della quantità di energia e dei metalli utilizzati, e porta alla realizzazione di un prodotto che fa risparmiare anche il cliente finale». «Parliamo principalmente di prodotti destinati all’industria farmaceutica, che richiede performance della selettività per principi attivi sempre più specifici», riprende il direttore dello stabilimento capitolino di Basf. All’interno del gigante della Tiburtina Valley rimane anche la storica linea di produzione di catalizzatori per il settore automotive che utilizza sale e soluzioni per quelli omogenei e quella predominante per i catalizzatori di processo eterogeneo per le molecole complesse.
 
Una seconda novità riguarda invece il recupero dei metalli dalle batterie. «In questo periodo il mercato delle batterie è un po’ stagnante, anche perché ha rallentato il mercato cinese — riflette ancora De Angelis — si riprenderà certamente ma intanto come Basf Roma ci stiamo preparando ad inserirci sempre di più nel percorso di recupero dei metalli in esse contenute. La produzione di batterie e il recupero finale si fa negli stabilimenti tedeschi ma il sito di Roma si inserisce tra queste due fasi perché qui è possibile effettuare una verifica analitica di grande qualità dei materiali presenti dentro le batterie». In questo modo lo stabilimento della Basf di via di Salone, nella periferia est della città, con i suoi 150 dipendenti giustifica la definizione data a Roma di Capitale dei metalli preziosi a fini industriali. Con oltre 500 clienti in tutto il mondo, la Basf di Roma, associata di Unindustria, è infatti uno dei principali siti europei per la produzione di catalizzatori a base di metalli preziosi e uno delle realtà più importanti anche a livello mondiale. La storia dello stabilimento parte da lontano. Tra i principali poli chimici dell’Italia centrale, si trova a Est di Roma fin dal 1956, occupa un’area di circa 45 mila metri quadrati. Il sito è entrato a far parte del gruppo Basf nel 2007 a seguito dell’acquisizione a livello mondiale della multinazionale americana Engelhard corporation e adesso è sede della divisione Catalizzatori in Italia. Non solo: lo stabilimento, come detto, custodisce un laboratorio accreditato per le analisi sui metalli preziosi. E ospita una comunità di 140 lavoratori, la maggior parte altamente specializzati nel trattamento dei metalli preziosi, dal platino al palladio.


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Davide Lucchetti




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