Il Top Employers Institute, l’ente certificatore globale delle eccellenze in ambito risorse umane, ha conferito a 151 aziende italiane il riconoscimento "Top Employers" per l'anno 2025. Tra queste imprese, 48 hanno ottenuto anche la Certificazione Top Employers Europe 2025, riconosciuta alle società che raggiungono la Certificazione "Top Employers" in almeno 5 Paesi europei, mentre 15 si sono aggiudicate un terzo livello di certificazione, il "Top Employers Global 2025", che va alle aziende certificate in più Paesi di più Continenti.
Sono diverse le associate Unindustria presenti in classifica, alle quali va il plauso del Presidente Giuseppe Biazzo:
"Questo riconoscimento premia l'impegno delle aziende per il miglioramento continuo, grazie all'innovazione nei processi HR, e per la creazione di un ambiente di lavoro eccellente. Il mio plauso va a tutte le imprese coinvolte ed in particolare alle nostre associate del Lazio: questo risultato, infatti, è anche fonte di ispirazione per tutte le altre aziende. In qualità di "Top Employers", queste realtà sono esempio di una gestione virtuosa delle risorse umane, attenzione al benessere dei dipendenti e alla creazione di ambienti di lavoro sempre più inclusivi e in grado di promuovere la crescita professionale. Caratteristiche fondamentali, oggi, per la competitività del nostro sistema imprenditoriale".
Top Employers 2025, le Associate Unindustria:
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Il Top Employers Institute, attivo da 34 anni, ha certificato nel 2025 un totale di 2.429 aziende in 125 Paesi del mondo, tutte meritevoli dello status di "Top Employers". Il processo di certificazione prevede l’analisi di sei macroaree nell’ambito delle risorse umane, che comprendono 20 tematiche e circa 350 best practices. Le società interessate si candidano autonomamente e vengono sottoposte a un processo di valutazione su vari aspetti tra cui, ad esempio, le politiche di gestione del personale e di reclutamento, retribuzioni, benefit e iniziative per il benessere, la creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e collaborativo, le opportunità di formazione e l’utilizzo di tecnologie per migliorare i processi. Le risposte vengono poi analizzate da un HR Auditor, che verifica che i dati forniti rispecchino effettivamente le politiche aziendali in atto.