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Interviste ed Editoriali - 02/09/2022

Caro Energia, Diurni: «Interventi strutturali, non misure tampone»

La Presidente di Unindustria Frosinone nell'intervista a Ciociaria Oggi: "Qui forte vocazione manifatturiera, ciò ha permesso di reggere all'ondata Covid ma ora c'è il rovescio della medaglia: le aziende sono altamente energivore"


L'aumento esponenziale del prezzo del gas e dell'elettricità sta mettendo in grande difficoltà le aziende anche in provincia di Frosinone. Nell'intervista odierna su Ciociaria Oggi, la Presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni analizza la situazione: il problema riguarda l'intero tessuto industriale. 

 

«La provincia di Frosinone ha una forte vocazione manifatturiera: questo ha permesso di reggere all'ondata del Covid, ma adesso c'è il rovescio della medaglia considerando che le aziende sono altamente energivore».

 

II tema è quello del caro-energia. Spiega la Diurni:

«Complicato dire quali sono i settori più esposti. In realtà tutti. Certamente in questo momento guardiamo al chimico-farmaceutico, all'automotive, alle cartiere, alla ceramica. Ma inevitabilmente il discorso è globale. Alcune aziende stanno valutando la cassa integrazione come strategia, qualcuno già lo ha fatto. Penso che altre seguiranno. In questo momento non abbiamo dati sulle prospettiva di rischio, ma la guardia va tenuta altissima. Come stiamo facendo».

 

Le aziende attive in provincia di Frosinone sono 40.478, pari all'8,4% di quelle del Lazio. Il peso del comparto manifatturiero è dell'8,1%, percentuale ampiamente al di sopra di quella regionale (4,6%). In termini di lavoro assorbito, le imprese del manifatturiero in Ciociaria valgono il 25,6% del totale addetti, mentre nel Lazio l'8,6% e in Italia il 21,5%. Frosinone si conferma il territorio a più elevata vocazione industriale del Lazio [...].

 

«I dati fanno capire perché il caro-energia può avere ripercussioni forti. I settori più colpiti dai costi energetici sono il chimico-farmaceutico, l'automotive, gomma e plastica, carta, ceramica, metalmeccanico, digitale, alberghiero, agroalimentare. Serve un intervento strutturale, non misure tampone o una tantum. Il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha richiesto alcuni interventi che sono prioritarisganciare il prezzo dell'elettricità da quello del gas, perché ormai il 60% dell'elettricità non è prodotta da gas; mettere un tetto al prezzo del gas (anche solo a livello nazionale se non dovesse intervenire rapidamente l'Unione Europea); sospendere momentaneamente il mercato degli ETS (Sistema Europeo di Scambio di Quote di Emissione), il cui prezzo è quadruplicato in due anni.

 

Ulteriori misure utili potrebbero essere: mettere in campo una Cassa Integrazione per l'Energia come fatto per la Cassa Integrazione Covid (proposta innovativa che sta ricevendo molti riscontri positivi); conferma dei crediti di imposta; azzeramento degli oneri di sistema; aiuti alle famiglie; instaurare moratorie selettive per sostenere i settori più in difficoltà ed evitare possibili fallimenti; creare un piano organico di razionamenti che non riguardi solo le impreseA livello regionale bisognerebbe varare un piano sull'energia, accelerare sulle semplificazioni, utilizzare al meglio i fondi europei, promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili. Se siamo preoccupati? Certamente si: da tempo Confindustria lancia l'allarme, il problema del caro energia e dell'aumento delle materie prime è emerso già prima della guerra in Ucraina [...]».

 

L'intervista completa, a cura di Ciociaria Oggi, è disponibile in allegato.

 

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