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News - 16/09/2024

CSRD - recepito in Gazzetta Ufficiale il decreto

Il Decreto legislativo 125/2024, che recepisce la Direttiva (UE) 2022/2464 (CSRD) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 settembre u.s ed entrerà in vigore il 25 settembre p.v..

Il Decreto Legislativo n. 125 del 6 settembre 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 212 del 10 settembre 2024, recepisce in Italia la Direttiva 2022/2464/UE, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), relativa alla rendicontazione sulla sostenibilità aziendale.

La CSRD, entrata in vigore il 5 gennaio 2023, sostituisce la precedente Direttiva 2014/95/UE (Non Financial Reporting Directive - NFRD), che in Italia era stata attuata con il D.Lgs. 254/2016. 

L’obiettivo principale della CSRD è migliorare la qualità e la trasparenza delle informazioni legate alla sostenibilità, mettendo sullo stesso piano le performance ESG (ambientali, sociali e di governance) e i risultati finanziari tradizionali. 

Tra le principali novità introdotte dalla CSRD, rese operative attraverso il decreto legislativo, figurano nuovi requisiti di rendicontazione che mirano a garantire una maggiore trasparenza e comparabilità delle informazioni relative alla sostenibilità aziendale.

Il Decreto Legislativo n. 125 del 6 settembre 2024 estende l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità a tutte le grandi imprese che superano almeno due dei tre seguenti criteri dimensionali:

  • oltre 250 dipendenti;
  • uno stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro;
  • ricavi netti superiori a 50 milioni di euro.

L'obbligo si applica anche a tutte le società quotate nei mercati regolamentati, comprese le PMI quotate, mentre sono escluse le microimprese quotate.

Inoltre, l’obbligo di rendicontazione si estende alle imprese non europee che generano ricavi netti superiori a 150 milioni di euro nell’Unione Europea e che dispongono di almeno una controllata o succursale nell’UE. 

La principale novità introdotta riguarda l'adozione del principio della "doppia materialità". Questo principio impone alle imprese di rendicontare su due fronti:

  1. materialità finanziaria: le aziende devono fornire informazioni utili per comprendere come le questioni di sostenibilità influenzano le loro performance finanziarie e le attività complessive;

  2. materialità d'impatto: le imprese devono anche evidenziare come le loro attività abbiano un impatto su persone, ambiente e società in generale, valutando in che modo le operazioni aziendali influiscono sugli aspetti di sostenibilità.

Nel dettaglio, il Decreto elenca le informazioni richieste alle imprese, in sintesi:

  • modello di business e strategia;
  • piani per garantire che il modello e la strategia siano compatibili con la transizione green, con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C, con l’obiettivo di neutralità climatica al 2050;
  • modalità con cui tengono conto degli interessi degli stakeholder nella strategia dell’impresa sulle questioni di sostenibilità;
  • obiettivi di sostenibilità fissati e progressi compiuti;
  • ruolo del board e del management rispetto ai fattori di sostenibilità e processi di due diligence implementati relativi a tali fattori;
  • gli impatti negativi dell’impresa e della sua catena del valore, azioni per prevenire attenuare, rimediare a tali impatti e i risultati di tali azioni;
  • principali rischi per l’impresa connessi a questioni di sostenibilità e le modalità di gestione degli stessi;
  • metodologie utilizzate per ricavare le informazioni contenute nel report. 

Per quanto riguarda le PMI quotate, il Decreto prevede un elenco di informazioni da rendicontare ridotto rispetto a quello delle grandi imprese. Questa semplificazione mira a limitare gli oneri burocratici e i costi di conformità per le piccole e medie imprese quotate. Inoltre, tali aziende potranno beneficiare di un'esenzione temporanea dall'obbligo di applicazione della disciplina fino al 2028, offrendo loro più tempo per adeguarsi gradualmente ai nuovi requisiti di rendicontazione sulla sostenibilità. 

La rendicontazione deve essere redatta in conformità agli standard adottati dalla Commissione Europea, ossia gli ESRS - European Sustainability Reporting Standard.

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Valentina Gordiani




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Temi: ESG,Sostenibilità,Economia circolare,Transizione ecologica,


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