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News - 18/12/2025

Unione doganale europea: soppressione della soglia di esenzione doganale per le importazioni di modico valore

Profili normativi, concorrenziali e di enforcement nel commercio elettronico extra-UE

 

Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo politico volto alla soppressione, a partire dal 2026, della soglia di esenzione doganale pari a 150 euro attualmente applicabile agli invii di modico valore provenienti da Paesi terzi nell’ambito delle vendite a distanza e del commercio elettronico transfrontaliero. La misura consente l’assoggettamento ai dazi doganali di tutte le merci importate nel territorio doganale dell’Unione europea, indipendentemente dal loro valore, anticipando di fatto uno dei pilastri operativi della più ampia riforma dell’Unione doganale europea, ancora in fase di progressiva implementazione.

 

Come conseguenza, a partire da luglio 2026, la UE introdurrà dazi doganali su ecommerce. Saranno applicati nella misura di 3 € per singolo articolo, sui pacchi movimentati di valore inferiore a 150 euro. Il nuovo dazio all’importazione si aggiunge ad analoghe misure di contenimento dei flussi commerciali adottate dai singoli Stati a titolo di handling fee.

 

Nel regime finora vigente, la soglia di valore di 150€ costituisce una deroga strutturale al principio di universalità dell’imposizione doganale, originariamente introdotta per ragioni di semplificazione amministrativa e proporzionalità dei costi di riscossione rispetto al valore delle merci.

 

Tuttavia, è stato ritenuto che l’evoluzione dei modelli di consumo e la crescita esponenziale dei flussi di e-commerce extra-UE abbiano progressivamente trasformato tale deroga in un fattore di distorsione sistemica del mercato interno, incidendo negativamente sulla neutralità del sistema doganale e sulla parità di trattamento tra operatori economici.

 

Sotto il profilo concorrenziale, infatti, l’esenzione per gli invii di modico valore avrebbe generato un vantaggio competitivo strutturale a favore dei grandi marketplace e venditori extra-UE, i quali hanno potuto organizzare le proprie catene logistiche facendo leva su pratiche di frazionamento artificiale delle spedizioni e su strategie di ottimizzazione dichiarativa del valore in dogana. Tali pratiche hanno consentito di aggirare sistematicamente l’applicazione dei dazi all’importazione, producendo un effetto di dumping regolatorio nei confronti delle imprese stabilite nell’Unione europea, soggette invece all’integrale applicazione del diritto doganale, fiscale e dei requisiti di conformità normativa sin dall’immissione in consumo dei beni.

 

Dal punto di vista dell’enforcement, la soglia dei 150 € ha rappresentato un punto critico del sistema di controllo doganale. Secondo stime richiamate in ambito istituzionale europeo, una quota significativa — fino al 65% — dei piccoli invii risulterebbe sottovalutata rispetto al valore reale della merce, configurando una pratica diffusa di sotto-dichiarazione finalizzata all’elusione dei dazi. Tale fenomeno avrebbe contribuito non solo all’erosione del gettito doganale, ma anche all’indebolimento dell’efficacia complessiva dei controlli, in quanto l’elevato volume di pacchi esentati ha limitato la capacità delle autorità doganali di esercitare verifiche mirate e basate sul rischio.

 

La soppressione della soglia dovrebbe consentire una razionalizzazione del sistema, rafforzando l’integrazione tra dichiarazione doganale, riscossione dei dazi e sistemi di controllo digitale. L’assoggettamento generalizzato di tutti gli invii all’obbligo dichiarativo e impositivo permetterà una maggiore omogeneità applicativa del Codice Doganale dell’Unione, riducendo le asimmetrie informative e migliorando la tracciabilità dei flussi commerciali. In tale prospettiva, la misura assume anche una funzione di rafforzamento della compliance, incentivando comportamenti dichiarativi corretti lungo l’intera filiera dell’e-commerce.

 

L’intervento presenta inoltre una dimensione ambientale e di sostenibilità, coerente con gli obiettivi ESG dell’Unione europea. Il regime di esenzione ha incentivato la moltiplicazione dei flussi logistici attraverso l’invio di un numero elevato di pacchi di ridotto valore unitario, con un impatto significativo in termini di emissioni, consumo energetico e congestione delle infrastrutture di trasporto. La rimozione della soglia elimina tali incentivi distorsivi, dovendo favorire una maggiore razionalità economica e ambientale nell’organizzazione delle spedizioni.

 

L’abolizione della soglia di esenzione doganale per gli invii di modico valore era un atteso un passaggio strutturale nel processo di modernizzazione dell’Unione doganale europea, segna il superamento di un regime eccezionale ritenuto non più compatibile con la scala e la complessità del commercio elettronico globale e dovrebbe costituire uno strumento chiave per il rafforzamento della sovranità economica, della capacità di enforcement e della sostenibilità del mercato unico europeo

 

Tuttavia, molti operatori hanno osservato che, pur comprendendo lo spirito della determinazione del legislatore unionale per calmierare l’eccessivo volume di pacchi low cost, resta l’interrogativo sugli effetti che una tale misura potrà generare sui consumatori finali e sulla effettiva disponibilità nel territorio UE di prodotti analoghi a quelli che ora si intende colpire.

 

Dal lato della domanda, è prevedibile un parziale trasferimento dei maggiori oneri doganali sui prezzi finali di alcuni beni acquistati extra-UE. Tuttavia, è stato ritenuto che tale effetto sia coerente con il principio di internalizzazione dei costi finora esternalizzati e con l’obiettivo di assicurare una concorrenza basata su condizioni regolatorie omogenee. In prospettiva, la misura dovrebbe rafforzare la trasparenza del mercato, la sicurezza dei prodotti immessi nel territorio dell’Unione e la tutela dei consumatori.

 

 

 

 

 

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