Estensione "clausola di salvaguardia" agli errori fatturazione commessi fino al 12.04.2015 e conferma applicazione meccanismo "split payment" anche ai lavori pubblici
In caso di incertezza sull’applicabilità del meccanismo della “scissione dei pagamenti” (cd. “split payment”), le imprese fornitrici possono attenersi alle indicazioni fornite dagli Enti committenti circa la loro riconducibilità, o meno, ai soggetti pubblici coinvolti nel meccanismo (Cfr News “Fiscale” 14/4/2015 , 29/01/2015 e del 13-24/2/2015).
Estensione, inoltre, della “clausola di salvaguardia” agli errori di fatturazione commessi sino al 12 aprile 2015, con la conseguente inapplicabilità delle sanzioni e conferma dell’operatività dello “split payment” agli appalti di lavori pubblici, qualificati, ai fini IVA, come prestazioni di servizi ai sensi dell’art.3 del D:P.R. 633/1972.
Queste alcune delle nuove precisazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, nella Circolare n.15/E del 13 aprile 2015, in merito al sistema della “scissione dei pagamenti” art.17-ter del D.P.R. 633/1972 ( Introdotto dall’art.1, co.629, lett.b, della legge 190/2014 “legge di Stabilità 2015”), ossia del meccanismo, in vigore dal 1° gennaio 2015, che pone a carico delle Pubbliche Amministrazioni il versamento dell’IVA relativa alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei confronti delle stesse.
Tali chiarimenti, emanati anch’essi in attesa dell’autorizzazione comunitaria all’applicazione del meccanismo in deroga alla Direttiva 112/2006/CE, si aggiungono alle indicazioni fornite dalla stessa Agenzia delle Entrate con la C.M. 6/E del 19 febbraio 2015 e con la C.M. n.1/E del 9 febbraio 2015 ed alle modalità operative stabilite dal DM 23 gennaio 2015 (così come modificato dal DM 20 febbraio 2015).
A scopo ricognitivo, riportiamo quindi un dossier riepilogativo che fa il punto sui principali chiarimenti ad oggi forniti dall’Amministrazione finanziaria.
Sul tema, si ricorda inoltre che proseguono le azioni dell’apparato Ance presso le competenti sedi istituzionali, tenuto conto delle ripercussioni gravissime generate dal nuovo sistema direttamente sulle imprese che non ricevono più Iva dalla Pa, che la versa direttamente all’Erario, ma devono continuare a pagarla ai loro fornitori. Infatti, al posto della liquidità, le aziende avranno in cassa solo crediti Iva. La misura produrrà effetti negativi a cascata su tutta la filiera, innescando un circolo vizioso dalle conseguenze drammatiche su occupazione, investimenti e funzionamento dell’economia. In estrema sintesi le imprese rischiano una profonda crisi per i seguenti “disservizi di sempre”:
- RIMBORSO CREDITI IVA dovrebbe essere immediato - In Italia ci vogliono 2 anni e mezzo;
- PAGAMENTI PA dovrebbero essere effettuati in 60 giorni - In Italia la Pa paga in media con 6 mesi di ritardo;
- CREDITO Il settore delle costruzioni è vittima di un crollo dei finanziamenti concessi dalle banche (dal 2007 al 2013 complessivamente -70%);
- RISULTATO: per colpire un’azienda disonesta si ammazzano tutte quelle oneste che si vedono negata una liquidità vitale in un momento così difficile.