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Interviste ed Editoriali - 04/03/2022

Expo Roma 2030: Unindustria, Giampaolo Letta "Edifici, verde e cultura per la Capitale un'occasione irripetibile"

Intervista sul Messaggero di oggi a firma di Francesco Pacifico

L'Expo non va considerato in relazione ai soli sei mesi dell'evento. Ma tutto iI sistema - le istituzioni, le imprese, il terzo settore - devono guardare a tutto quello che si genera prima e dopo. Milano è partita con un progetto integrato della città incentrato sull'Expo che ha finito per coinvolgere tutta l'Italia. Noi a Roma dobbiamo fare lo stesso». Giampaolo Letta, ad di Medusa, ha guidato la delegazione all'Expo di Dubai di Unindustria. Sia perché è presidente del Gruppo tecnico Turismo e Grandi eventi di via Noale sia, soprattutto, perché furono lui e l'ex presidente della Confindustria del Lazio, Filippo Tortoriello, i primi a parlare di Expo a Roma nel 2030. 

 

A breve istituirete una fondazione di imprenditori che collaborerà con il comitato promotore della manifestazione.

«Si, ma prima vorrei soffermarmi su due interventi che, in prospettiva dell'Expo, possono aiutare in maniera più diretta i cittadini e il mondo delle imprese. E di conseguenza la città. Nelle prossime settimane sarà operativo quello che abbiamo ribattezzato il "piano della bellezza"».

 

Di che si tratta?

«In poche parole, metteremo in   contatto le imprese con l'amministrazione, prendendoci carico di restaurare o riqualificare edifici, aree verdi e monumenti. Quello della risistemazione del parco dei Daini, a villa Borghese, sarà il progetto pilota. La città per l'Expo deve tornare più bella».  

 

Che città si aspetta nel prima e nel dopo Expo?  

«Le premesse sono le migliori; ci sono le energie, le risorse, le forze da mettere assieme, E soprattutto è chiaro l'obiettivo. Ma per quanto la sfida sia difficilissima, l'Expo può cambiare innanzitutto l'approccio della Capitale verso i grandi progetti».

 

L'approccio?

«Sì, perché Roma ha tanti pregi ma anche il difetto di essere disincantata, spesso un po' pigra. Bene, questa volta la parte più prepositiva può convincere l'altra ad accelerare, al fatto che siamo di fronte a un'occasione irripetibile, dove i benefici e le ricadute sul territorio sono a vantaggio di tutti i cittadini».

 

Quali?  

«Un evento del genere, con appuntamenti di caratura internazionale ad altissimi livelli, non solo ridarà alla Città quel ruolo di capitale che si è un po' offuscato in questi anni. Ma porterà ai romani quei servizi e quelle infrastrutture che il territorio chiede, senza averli mai ricevuti, Io mi aspetto moltissimo dall'Expo, ma soltanto se sarà il punto d'arrivo di un percorso unico e irripetibile che comprende la progettazione dei fondi del Pnrr, il Giubileo e la Ryder Cup».

 

L'altro progetto?  

«Organizzare un premio, che forse potrebbe diventare anche un festival, del film industriale. Molte aziende, per raccontare loro stesse e i loro prodotti, si affidano a corti e lungometraggi spesso di importanti registi. E nell'Expo è centrale anche il racconto delle imprese e della loro innovazione».  

 

Invece quale sarà l'apporto della fondazione?  

«Metteremo a disposizione idee progettuali, soluzioni, anche risorse finanziare. Stiamo formando la squadra: ci sono tutte le grandi aziende muItiIocailizzate, con rapporti in tutto il mondo, come Eni, Enel Ferrovie. Adr, Tim, Generali iscritte al sistema confindustriale. E questo, di coinvolgere i rappresentanti dell'impresa, ce lo chiede lo stesso Bie».  

 

Il tema dell'Expo scelto da Roma sarà la rigenerazione urbana. Quale impatto può avere sul tessuto produttivo?  

«La rigenerazione urbana, di per sé, è un ambito trasversale, che incrocia tantissimi settori, oltre a quello dell'edilizia o delle soluzioni ambientali, arriva fino al digitale e all'intelligenza artificiale, alla cultura. Può rafforzare le potenzialità del territorio, penso all'audiovisivo, e creare altre occasioni». 

 

Che impressione si è fatto in questa missione?

«Expo è qualcosa di straordinario: puoi fare in otto ore il giro del mondo e scoprire quelle sono le tendenze del momento».

 

Per concludere, la candidatura all'Expo è nata con Virginia Raggi e ora vede la luce con Roberto Gualtieri.  

«Vero. Però c'è stato un cambio di passo tra queste due epoche. Nell'ultima consiliatura, con la ex Sindaca c’è stata un’accelerazione nel confronto nei progetti soltanto negli ultimi tempi. Prima, purtroppo, no. Con il Sindaco Gualtieri e la sua squadra c’è stato, invece, un dialogo sugli ambiti, su dove e come spingere sull’acceleratore».


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