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Interviste ed Editoriali - 21/06/2024

Autonomia differenziata, Camilli: "Più poteri e risorse per la Capitale, Roma a rischio impoverimento"

Intervista al Presidente di Unindustria su Il Messaggero: "Decisivo avere in mano le leve dello sviluppo. Con il riconoscimento dei poteri vanno aumentati gli investimenti pubblici"

 

«Servono più risorse e poteri per Roma, tanto più ora che siamo di fronte a grandi cambiamenti legati alle riforme messe in campo e alla forte accelerazione su quella dell’autonomia differenziata». Nell'intervista a cura di Umberto Mancini per Il Messaggero, il Presidente di Unindustria Angelo Camilli va dritto al punto Angelo Camilli, Presidente di Unindustria, che da sempre chiede una attenzione maggiore per la città eterna.

 

Presidente, sono state avviate due riforme cruciali da parte del governo, quella del premierato e quello che riguarda l’autonomia, qual è la sua valutazione dall’osservatorio privilegiato del mondo delle imprese?
«Siamo di fronte ad uno scenario in evoluzione, mentre resta ferma la riforma di Roma Capitale. L’iter appare bloccato mentre questo sarebbe il momento giusto per affrontare e sciogliere il nodo. E’ infatti necessario definire, anche alla luce dell’autonomia differenziata, le competenze, i poteri e le risorse che devono essere messe a disposizione della Capitale. Perché occorre fare chiarezza e bisogna farlo in tempi rapidi vista l’importanza della nostra città nel contesto nazionale e internazionale. Perdere altro tempo sarebbe un errore».

 

L’autonomia differenziata non è infatti una riforma a saldo zero per Roma visto che prevede il trasferimento di funzioni, personale e fondi.
«Proprio per questo motivo occorre avere una visione d’insieme dei problemi da affrontare, difendendo le prerogative della Capitale, il suo ruolo trainante per la crescita del Paese e non solo del territorio circostante. Devo dire poi che non si risolve il problema dell’attratività della nostra città con una norma, ma dando poteri concreti per gestirla al meglio, aumentando gli investimenti pubblici, individuando una strategia per far crescere il tessuto produttivo, evitando una situazione di confusione».

 

Ma c’è il rischio concreto di un impoverimento?
«Devo dire di sì. Lo spostamento di risorse da Roma è un rischio concreto. A meno che non si definiscano, ed questo è il momento giusto per affrontare una questione che è certamente complessa, le competenze e le funzioni da attribuire alla Capitale. Accanto al problema e alla necessità di trovare delle compensazioni sul fronte delle risorse finanziarie».

 

La decentralizzazione potrebbe innescare criticità pericolose?
«Dipende dalle funzioni. Trasporti, rifiuti e turismo possono rimanere al Comune, mentre per le politiche industriali, l’energia e l’ambiente per lo sviluppo economico ci deve essere un interlocutore unico che oggi è la Regione. Si tratta di un tema complesso ma decisivo perché le competenze incidono sulle scelte strategiche, sul futuro. L’autonomia differenziata non deve creare un peggioramento delle differenze. Anzi, bisogna trovare un meccanismo, per non far impoverire alcune aeree, per non lasciare indietro nessuno. E’ auspicabile avere una visione d’insieme e responsabile. Roma, ripeto, deve avere un ruolo centrale, trainante per il Paese, di certo non deve perdere risorse. La Capitale rappresenta un pezzo fondamentale nell’organizzazione dello Stato e deve avere in mano le leve dello sviluppo. Questo è possibile non scindendo poteri, funzioni e risorse, partendo proprio dalle politiche industriali. Altrimenti si rischia di fare un pericoloso passo indietro».

 

L'intervista è disponibile anche in allegato.


Highlights

444.687 - Il numero totale delle imprese registrate a fine dicembre 2023 a Roma. Nello stesso anno, sono nate 26.763 aziende e ne sono state chiuse 18.134.

21.508 - Il numero di unità del personale capitolino attestate al 31 luglio 2023. La dotazione teorica ne prevedeva circa 31mila.


3.000 - Gli amministrativi che mancavano negli uffici municipali nel 2023. Il totale previsto era di 9.500, ma raggiungevano appena le 6.600 unità.


7 - I Miliardi di euro tra Pnrr e Giubileo. È la cifra che a Roma e nel Lazio è stata trasferita dal Governo alle amministrazioni locali. Per mettere a terra centinaia di opere.


1.907 - I progetti finanziati con il Pnrr. In totale 3 miliardi e 400 milioni di euro. A febbraio i cantieri aperti erano il 22,1%, i lavori conclusi appena l'11,1%.

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