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Interviste ed Editoriali - 03/10/2025

"Più investimenti nel Lazio accelerando le semplificazioni"

Intervista di Andrea Marini al Presidente Biazzo sul Sole 24 Ore: "Il Lazio cresce più dell`Italia. Ora accelerare le semplificazioni per attrarre ulteriori investimenti"

 

Dal Presidente di Unindustria alcune riflessioni sulla prossima Assemblea generale del 7 ottobre: "Fondamentale portare a regime la Zona logistica semplificata e il Consorzio industriale. Il Lazio deve diventare la migliore regione d’Italia dove fare investimenti".

 

Giuseppe Biazzo, da settembre 2024 presidente di Unindustria, presenterà la sua prima relazione all'Assemblea generale dell’associazione il prossimo 7 ottobre (saranno presenti il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il governatore del Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri). Un'associazione, Unindustria, che ormai negli ultimi anni, partendo dalla difesa degli interessi delle imprese, ha assunto un ruolo sempre più propositivo per lo sviluppo della regione, come nel caso della ideazione del Piano industriale del Lazio, fatto proprio poi dalla Regione per rilanciare il tessuto produttivo. In questa intervista, Biazzo anticipa al Sole24Ore i temi della sua relazione.

 

Il Lazio nel primo semestre 2025 ha riportato un +17,4% nell’export (molto superiore alla media nazionale del +2%). È la conferma definitiva che il territorio è sempre più una regione industriale?

Il dato è positivo e conferma che nella regione c’è molto fermento. Anche grazie al Giubileo e al Pnrr, secondo le stime 2024 il Pil del Lazio è cresciuto dell’1,8% contro lo 0,7% della media italiana. C’è da sottolineare che il dato dell’export è stato influenzato dai distributori americani, che in previsione dei dazi hanno aumentato gli acquisti. Inoltre, ha pesato molto la crescita del farmaceutico. Ma anche senza la farmaceutica, l’export del Lazio è quello che maggiormente cresce tra tutte le regioni italiane (+7%).

 

La situazione dei dazi rende però il futuro incerto. Saranno replicabili questi numeri?

La verità è che non lo sappiamo. Non sappiamo che impatto avranno i dazi e che impatto avranno sul farmaceutico. Per questo dobbiamo accelerare per rendere la regione sempre più competitiva.

 

Come procede l’attuazione del Piano industriale del Lazio?

Siamo contenti che sia stato fatto proprio dalla regione. Ora siamo nella fase della messa a terra. A cominciare dalla Zona logistica semplificata (Zls) che include le principali zone industriali e può sbloccare semplificazioni e crediti d’imposta. Ora però c’è bisogno di un rapido ok del governo soprattutto dopo che sono aumentate intorno a noi le regioni nella Zona economica speciale (Zes) Unica. Il tempo è un fattore decisivo.

 

In termini di semplificazioni, bisognerà fare anche i conti con la Ue...

In Ue serve certo una strategia di competitività, il superamento di burocrazia e lentezza decisionale. Ma c’è anche il tema del rilancio di un fondo per l’industria e misure che tengano conto delle necessità della nostra manifattura, a cominciare dal principio di neutralità tecnologica nella transizione ecologica delle auto. C’è poi la partita del Consorzio industriale del Lazio.

 

Qui come procede?

È positivo lo stanziamento di 100 milioni di euro del governo per le aziende del Consorzio. Ora bisogna farlo diventare un punto unico di accesso per garantire un’interlocuzione facilitata a chi vuole investire nella regione. Aspettiamo che la nuova legge regionale sia varata presto per avviare una nuova fase operativa e strategica. Solo così il Consorzio potrà estendersi anche ad altre zone, come tutta Santa Palomba, la via Tiburtina a Roma, e Civitavecchia e diventare un abilitatore di sviluppo.

 

Teme che l’estensione della Zes a Umbria e Marche possa avere un effetto negativo sul Lazio?

Non sono favorevole all’estensione delle Zes. Le zone economiche speciali, con le semplificazioni che comportano, andrebbero riservate ad aree specifiche in difficoltà dove è fondamentale attrarre investimenti, non a regioni intere. Siamo preoccupati soprattutto dal fatto che imprese nel Sud del Lazio o in provincia di Rieti possano essere attratte verso regioni limitrofe. Ma siamo anche convinti dei punti di forza del Lazio.

 

Quali?

Qualsiasi area industriale del Lazio non dista più di un’ora e mezza in auto dall’aeroporto di Fiumicino (una eccellenza del territorio) e dal porto di Civitavecchia (che va certo potenziato per il trasporto merci). Abbiamo una concentrazione unica in Italia, e tra le prime in Europa, di Università e Centri di Ricerca in grado di fornire a tutte le imprese le competenze di cui hanno bisogno. È già operativo il Rome Technopole, che dopo i fondi del Pnrr, dovrà confermarsi come culla dell’innovazione e della formazione di qualità. A novembre con la Regione saranno organizzati gli stati generali della logistica.

 

Un tema chiave...

È la prima volta che si organizzano nel Centro Italia. È un settore in cui siamo leader e possiamo diventare ancora di più punto di riferimento per il Centro Italia. Certamente, però, le infrastrutture, dalla Roma-Latina alla Salaria, dalla Cassia alla Orte-Civitavecchia fino alla Frosinone-Latina passando per il progetto dell’Alta velocità nel Basso Lazio, sono una tappa fondamentale per garantire la competitività del territorio e sviluppare le vocazioni di ogni area.

 

Per esempio?

La vocazione di Latina come città della farmaceutica, Frosinone come valle della buona produzione, Cassino laboratorio della mobilità, Aprilia polo della logistica ed economia circolare, Civitavecchia hub della blue economy e delle energie, Viterbo culla del Made in Italy con il suo polo della ceramica, Rieti città dell’acqua e delle competenze, e poi Roma quale porta sul futuro (digitale, spazio, audiovisivo, ricerca).

 

Come sono i vostri rapporti con la Regione Lazio?

Il governatore Francesco Rocca e la vicepresidente Roberta Angelilli sono persone pragmatiche. Siamo stati con loro a Bruxelles per presentare il portale Invest in Lazio, per aiutare le imprese che vogliono insediarsi in regione. Abbiamo apprezzato l’approvazione dei bandi Step, quelli sulle tecnologie critiche ed emergenti, e la loro estensione anche alle grandi imprese. Siamo a metà del guado. Ora bisogna accelerare.

 

Cosa pensa del disegno di legge su Roma Capitale?

Siamo soddisfatti che siano state accolte le nostre osservazioni: Roma avrà più poteri, come su decoro e turismo. Ma materie che hanno ricadute regionali, se non nazionali ed europee, come le infrastrutture, resteranno in capo alla regione. Insieme, possiamo fare del Lazio una regione d’impresa, al centro dell’Italia e sempre più vicina ai mercati internazionali. 

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Stefano Micalone




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