Ancora una volta, a caratterizzare lo scenario degli ultimi mesi sono un’inflazione persistente e tassi di interesse elevati. Le aspettative per l’economia globale sono di crescita lenta e disomogenea, con ripercussioni sui prezzi delle commodity.
La dinamica dei prezzi delle materie prime risente della debolezza della domanda mondiale di commodity, determinata dal ciclo industriale globale.
Nel 2023 ciò tende a comportare una diminuzione dei prezzi rispetto ai picchi registrati nel 2022. Tuttavia, l'incidenza dell'inflazione sui prezzi delle commodity che si trovano più a valle delle filiere produttive tenderà a mantenere le quotazioni su livelli superiori rispetto alla media di lungo periodo.
Le commodity energetiche di recente sono di nuovo al centro delle preoccupazioni, tra i rincari stagionali del prezzo del gas e elettricità, a quelli del petrolio dopo i tagli produttivi concordati da Arabia Saudita e Federazione Russa a fine estate.
Questo è avvenuto prima della nuova guerra Israelo-palestinese, che finora non sembra soffiare ulteriormente sulla quotazione del petrolio. Ma assieme al protrarsi del conflitto Russia-Ucraina, accresce l’incertezza sullo scenario globale. E rischia di infiammare sia il prezzo del gas, sia quello del petrolio, nel caso di un allargamento della guerra ai paesi vicini.
I prezzi internazionali delle altre commodity, in particolare quelli dei metalli e delle derrate agricole, per ora restano su un profilo di riduzione avviato per via del rallentamento dell’economia globale. Un normale meccanismo di aggiustamento del sistema economico.
Tuttavia, i ribassi sono modesti finora se confrontati con i precedenti rincari: rimane il costo addizionale per famiglie e imprese.