Istituzioni e imprese, pubblico e privato. Insieme. Expo Roma 2030 è un traguardo collettivo a cui si lavora in squadra, perché di squadra saranno i benefici, se l'Italia si aggiudicherà l'Esposizione Universale. Con lo scopo di sostenere il Comitato promotore lo scorso 18 luglio è nata la Fondazione Expo Roma 2030, dall'intesa delle sette principali associazioni datoriali della Capitale, che hanno conferito circa un milione di euro per l'avvio e le prime attività: Unindustria, Confcommercio Roma, Confesercenti Roma, AcerAnce Roma, Coldiretti Roma, Federlazio, Cna Roma.
«La candidatura è la candidatura dell'Italia, che ha indicato Roma», tiene a precisare il presidente della Fondazione, Massimo Scaccabarozzi. «È importante fare il possibile per avere l'Expo qui. Lo studio sulle ricadute economiche dell'Esposizione conferma che questa parti ta vale fino a 50,6 miliardi di euro in dieci anni, a fronte di 8-10 miliardi di investimento. Un'occasione unica (leggi qui anche "Roma punta su Expo 2030: i dettagli della partita Expo per l'Italia"). Il nostro compito è quello di supportare il Comitato e di mobilitare tutte le forze produttive per dare visibilità al Paese, alla regione e alla città di Roma. Dobbiamo far sì che, quando anovembre il Bureau International des Expositions dovrà emettere il suo verdetto, la decisione sia facile».
La Fondazione, guidata da Massimo Scaccabarozzi e dal direttore generale Lamberto Mancini, dovrà innanzitutto rendere la città partecipe e positiva verso la candidatura, illustrando il progetto e i suoi vantaggi per la cittadinanza e per il Paese. In secondo luogo, dovrà sostenere la campagna elettorale internazionale appena entrata nel vivo e le iniziative del Comitato promotore con i contributi dei players internazionali. Da ultimo, si occuperà di mappare tutti gli eventi 2023 all'estero o con presenze internazionali delle associazioni fondatrici. I rapporti con il Comitato sono già strettissimi, tanto che la Fondazione è diventata il primo Official Candidacy Partner di Expo Roma 2030.
«Abbiamo bisogno di una chiamata a raccolta di tutte le imprese, non solo di quelle romane e laziali», dice Scaccabarozzi.
Non a caso la Fondazione nata per sostenere Expo 2015, presieduta da Diana Bracco, dopo sette anni è ancora operativa. Per lasciare modelli di eredità sostenibile e diffondere buone pratiche. Il filo rosso con Expo Roma 2030 è evidente; significa riconoscere il ruolo strategico dell'Italia e dell'Europa nel disegnare il «futuro possibile». All'insegna delle tre parole chiave presenti nello slogan; rigenerazione, inclusione e innovazione.
In allegato l'articolo completo, a cura di "Il Sole 24 Ore", con l'intervista al Presidente del Comitato Promotore Istituzionale, l'Ambasciatore Giampiero Massolo.