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Articolo - 25/01/2023

Expo Roma 2030, competizione aperta. Camilli: "Molto soddisfatti della risposta compatta arrivata all'unisono da tutte le istituzioni del Paese, governo in primis"

"Il Paese e Roma hanno tutte le carte in regola per ospitare l'Expo"

 

«Il sistema delle imprese è convinto che il Paese e Roma hanno tutte le carte in regola per ospitare l'Expo e siamo molto soddisfatti della risposta così compatta arrivata all'unisono da tutte le istituzioni del Paese, governo in primis».

Angelo Camilli, Presidente Unindustria

 


Da "Il Sole 24 Ore"

 

Stamattina sarà la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a confermare a Dimitri Kerkentzes, il segretario generale del Bureau International des Expositions (Bie), che «il Paese è unito intorno alla candidatura di Roma per Expo 2030». « Un dossier che il governo prende in corsa», preciserà la premier, consapevole dei tempi strettissimi e della difficoltà della sfida, ma anche della sua importanza per l'Italia.

 

Lo stesso farà il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Sarà questa la degna conclusione della "tre giorni" romana di Kerkentzes, che ieri ha proseguito i suoi incontri nella Capitale, sempre accompagnato dall'ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore di Expo Roma2030. È stato Massolo a chiarire che «nessuno dei Paesi oggi può dire di aver vinto. La competizione è apertissima, vedremo quando arriveremo alla fatidica mattina del novembre 2023». Come a dire: mancano dieci mesi al verdetto del Bureau, che si esprimerà con il voto segreto dei 170 Paesi componenti, e Roma è decisa ad andare fino in fondo, senza lasciarsi scoraggiare dall'attivismo di Riyad, la rivale più temibile che sta facendo e vantando incetta di consensi (le altre candidate sono Busan in Corea del Sud e Odessa in Ucraina). L'Italia punta sul secondo voto, quando la gara entrerà nel vivo. E ragiona anche sul possibile asse proprio con l'Ucraina per convogliare voti sul ritorno dell'Expo in Europa: Meloni potrebbe discuterne conZelensky nella visita annunciata a breve a Kiev.


Sono comunque due i messaggi chiave recapitati a Kerkentzes tra lunedì e oggi; istituzioni, imprese e società civile supportano compatte Roma per Expo 2030; il progetto italiano è inclusivo e punta, parole di Massolo, «a creare rapporti di collaborazione duratura e non di partecipazione a una mera fiera campionaria».


Il primo bilaterale di Kerkentzes è stato ieri con Matteo Salvini. L'Expo a Roma «è un'opportunità straordinaria», ha sottolineato il vicepremiere ministro delle Infrastrutture, opportunità che si salda con gli altri grandi eventi in programmain Italia nei prossimi anni, dal Giubileo del 2025 alle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026. Dopo un colloquio con Fabio Cassese, consigliere diplomatico del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Kerkentzes è stato ricevuto in Campidoglio, dove il sindaco Roberto Gualtieri gli ha illustrato gli investimenti a supporto del progetto. Un piano da 5 miliardi «che porterà ricavi per 50 miliardi e 250-300mila nuovi posti di lavoro».

 

Il segretario generale del Bie ha potuto poi osservare con i suoi occhi i luoghi pensati per Expo Roma 2030: un itinerario che si snoda da Tor Vergata, con le Vele di Calatrava da riqualificare (la grande incompiuta avviata inprevisione dei Mondiali di nuoto del 2009), al Foro romano, passando per il parco dell'Appia Antica. Guida d'eccezione, assieme a Massolo e al sindaco, è stato l'architetto Carlo Ratti, consulente creativo per la visione strategica di Expo Roma 2030 che con il suo studio ha realizzato il masterplan insieme a Italo Rota e Richard Burdett. «Questo sito - ha detto Gualtieri al termine del sopralluogo a Tor Vergata- diventerà una grande città della scienza, della ricerca, dello sport, del verde. Rimarrà un'eredità positiva per la città». La giornata è finita al Teatro dell'Opera, dove Kerkentzes ha assistito alle prove dell'Aida e incontrato gli imprenditori, a partire dai presidente e dal direttore generale della Fondazione Expo Roma 2030, Massimo Scaccabarozzi e Lamberto Mancini, e dal numero uno di Unindustria, Angelo Camilli, che commenta:
 

«Il sistema delle imprese è convinto che il Paese e Roma hanno tutte le carte in regola per ospitare l'Expo e siamo molto soddisfatti della risposta così compatta arrivata all'unisono da tutte le istituzioni del Paese, governo in primis».


Un assist alla Capitale è arrivato anche dal sindaco di Milano, Beppe Sala, che è stato commissario straordinario dell'Esposizione Universale 2015 nel capoluogo lombardo: «Credo sia un'ottima occasione per Roma, ho detto a Gualtieri che se avesse bisogno sono a disposizione». 

 

In allegato l'articolo di Manuela Perrone per il Sole 24 Ore

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