Non ha ancora dispiegato tutte le sue potenzialità e offre ampi spazi di sviluppo nel segmento lusso. È Roma, metropoli su cui negli ultimi tre anni si concentrano gli investimenti delle catene alberghiere di lusso.
«Nei prossimi anni a Roma è prevista l’apertura di almeno 14 hotel di fascia alta con oltre 1.500 camere. Oggi l’offerta è guidata dagli hotel a quattro stelle seguita dai tre stelle», spiega Marco Zalamena, Head of hospitality di EY Italia. «Il lusso è solo il 9% dell’offerta totale di camere, ma il numero di strutture vendute è cresciuto del 30% dal 2018 al 2023, anno in cui c’è stato il record di investimenti con 412 milioni di euro».
Una corsa alimentata dalla scarsa presenza delle catene alberghiere internazionali. «Roma offre ancora spazio per l’ingresso di altri brand premium» ricorda il top manager di EY. L’arrivo dei gruppi alberghieri del lusso porta importanti ricadute sul territorio a partire «dai lavori di ristrutturazione il cui valore è tra il 50 e il 100% del valore della transazione con importanti ricadute sul Made in Italy – continua Zalamena – mentre la spesa sul territorio dei clienti di hotel a 4 e 5 stelle è in media tra una e due volte il valore della camera».
Quando il costo medio di una camera è di oltre mille euro a notte è facile cogliere il valore della clientela premium. Gli spazi di crescita non mancano perché scorrendo le piattaforme di prenotazione si scopre che, per esempio, a Roma manca un 5 stelle Mandarin Oriental, un Four Seasons o un Belmond. Qualche giorno fa Virtuoso Travel, network di professionisti del turisto di lusso, ha premiato Hotel Bvlgari Roma come il migliore albergo del mondo.
Giuseppe De Martino, presidente della Sezione Industria del turismo e tempo libero di Unindustria, ricorda che nella Capitale lo scorso anno il turismo ha raggiunto gli 8,5 miliardi di valore di ricchezza distribuita sul territorio:
«Per Roma l’apertura di nuovi hotel a 4 e 5 stelle è una enorme opportunità e uno stimolo per rinnovare le altre strutture – commenta De Martino. Si colma così il gap con altre capitali come Parigi e Londra e Roma diventa più attrattiva anche per una clientela alto spendente più giovane».
Nel mirino ci sono i very important clients, nuova generazione di ricchi provenienti dai Brics. «L’Italia sta sperimentando la crescita dei flussi turistici e nel 2023 c’è stato il ritorno ai numeri record visti nel 2019 – sottolinea Zalamena. I turisti provenienti dai mercati emergenti come quelli di Cina, India e Sud America apprezzano le destinazioni della Penisola senza dimenticare il consolidamento del mercato del Nord America con la sua clientela high spender e quelli del Nord Europa. L’Italia offre più destinazioni di fascia alta rispetto a Francia, Germania e Regno Unito». Un dinamismo che spiega come nel primo semestre siano stati venduti a Roma 6 hotel di dimensioni medio-grandi per 290 milioni. Perché la Capitale è un polo su cui anno dopo anno si riversano investimenti milionari. Dei 1,6 miliardi investiti nel 2023 per acquistare strutture alberghiere in tutta Italia, secondo il report «Italy hotel investment 2023» di EY, poco più di un quarto è stato allocato a Roma con un trend in linea con quello dell’anno precedente. In particolare, nel 2023, sono stati venduti nella Capitale dieci hotel per complessive 834 stanze con una valutazione media di ben 494mila euro per stanza. Quotazione record se si confronta con i 298mila euro di valore di una camera a Milano.
A cura di Enrico Netti per Il Sole 24 Ore