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Interviste ed Editoriali - 15/06/2022

Salario minimo e produttività: da solo non basta. L’Italia è frenata da aziende troppo piccole

Maurizio Tarquini, Direttore Generale Unindustria, su FirstOnline: "Agganciare il salario minimo ai Ccnl e aumentare i controlli. Ma occorre intervenire anche sulle dimensioni aziendali, spesso troppo piccole per fare innovazione"


Tema complesso quello del salario minimo e della produttività.

Sul salario minimo occorre decidere chi lo fissa, con quale criterio, il valore di partenza e, non ultimo, come si modifica nel tempo. Poniamo che lo fissi il governo. Diciamo che il valore di partenza potrebbe, dato il contesto, essere non troppo diverso dal riferimento di 1200 euro mese.

 

Salario minimo e produttività: agganciarlo ai Ccnl

Il criterio, che determina anche la dinamica, dovrebbe però rispettare il ruolo della contrattazione collettiva. Sappiamo che questa è una giungla: quasi mille sono i Ccnl depositati al Cnel, ma sono meno di 10 quelli che vengono applicati a più della metà dei lavoratori dipendenti.

Trovare una formula che dica che il salario minimo è pari a X per cento della media della retribuzione tabellare mediana di questi pochi contratti, con X appropriato darebbe 1200 euro (o quel che sarà) e introdurrebbe un meccanismo di adeguamento sano, compatibile con la crescita dell’economia italiana e spiazzerebbe molti Ccnl “furbi” o comunque non tollerabili in un paese civile, mantenendo alla contrattazione collettiva la sua centralità.

 

Il Direttore Generale di Unindustria Maurizio Tarquini

 

Salario minimo: da solo non basta, per la produttività ci vuole altro

Certo da solo il salario minimo non basta. Anzi, potrebbe essere controproducente. C’è chi è costretto a straordinari gratis, a falsi lavori autonomi, al lavoro nero.

L’introduzione del salario minimo, quando sarà, in assenza di misure di controllo non farà altro che spostare il mondo di mezzo nel sommerso.

 

Capitolo a sé il tema di colf e badanti che con 700 mila  posti emersi e 800 mila  posti sommersi rappresentano il 10 per cento circa dell’occupazione dipendente: quando si potrà detrarre dal reddito del datore il costo del lavoro di questi lavoratori dando reale dignità a costoro? 

Sulla relazione fra salario minimo e produttività direi che la correlazione è bassa. Le retribuzioni in Italia sono aumentate poco rispetto ad altri paesi perché il Prodotto interno lordo non è aumentato quasi nulla in 20 anni. E se non aumenta la produttività non aumentano le retribuzioni. 

Ma questo è vero in media. Sulla produttività italiana bassa, che ovviamente si correla a retribuzione basse, i fattori determinanti sono molteplici ma è certo che uno dei più rilevanti è nella struttura settoriale e ancor più dimensionale dell’economia italiana.

In Italia pesano meno che in altri paesi le aziende, manifatturiere e non, ad alto impatto tecnologico e di innovazione. Queste, però, sono quelle che fanno alzare la produttività media direttamente ma anche indirettamente.

E poi ci sono troppe micro imprese, insufficienti le piccole, poche medie e pochissime grandi. Questa è stata nei fatti la scelta della politica italiana per almeno venti anni (ma forse molti di più) e questo è il risultato.

A Cupertino anche il barman guadagna il 40 per cento in più del suo collega di New York…..ma in Italia non vedo ancora nessuna Apple, nemmeno un’annurca.

 

L'intervista su First Online

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