Lo scenario geoeconomico e politico è caratterizzato da una instabilità ormai strutturale e dal rallentamento degli scambi internazionali. Se si attenua l’emergenza energetica, altre se ne affacciano in termini di disponibilità e costi delle materie “prime critiche”, essenziali anche a supporto dei processi di digitalizzazione e di evoluzione green, all’interno di traiettorie prioritarie definite a livello mondiale.
Un’inflazione ancora elevata, politiche monetarie restrittive e perduranti tensioni internazionali alimentano l’incertezza del quadro macroeconomico di medio periodo, creando le condizioni per un ridimensionamento della domanda di materie prime.
Complessivamente, i prezzi delle commodity sono previsti in ulteriore calo, anche se a ritmo ridotto rispetto a quanto già avvenuto nei mesi passati.
In particolare, i mercati globali del gas si stanno gradualmente riequilibrando, ma i rischi di condizioni meteorologiche avverse e di minori disponibilità di GNL potrebbero rinnovare le tensioni di mercato e la volatilità dei prezzi.
Nonostante un generale rilassamento dei mercati, le imprese italiane dovranno affrontare nel prossimo futuro importanti sfide: dai costi delle materie prime durevolmente più elevati (fino al 2028 il prezzo degli input industriali è previsto attestarsi in media su un livello superiore del 35% rispetto al 2019)1 a quelle legate alla twin transition.