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Interviste ed Editoriali - 22/09/2023

Economia, il Lazio resiste con turismo e IT: ora accelerare gli investimenti

Intervista al Presidente di Unindustria Angelo Camilli su Il Sole 24 Ore

 

Angelo Camilli, Presidente di Unindustria, fa il punto sullo scenario che attende questo autunno l'economia della regione, in un quadro di generale rallentamento. Ma quest'anno a salvare il Lazio ci saranno il turismo e l'information technology: «Da inizio anno - spiega il Presidente di Unindustria - Roma sta beneficiando di una ripresa fortissima dei turisti provenienti da fuori Italia. Il settore registra aumenti del 9% perfino rispetto al pre Covid. Nei primi tre mesi dell'anno la spesa degli stranieri è raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedence. Molto bene sta andando anche il settore digitale grazie agli investimenti in cybersecurity, big data e intelligenza artificiale: nel 2023 il fatturato di questo comparto crescerà di un altro 6%». Ma per il Lazio c'è anche la partita dei grandi eventi: «Nonostante sappiamo che ogni 25 anni c'è un Giubileo - spiega Camilli - arriviamo sempre all'ultimo momento. Le autorizzazioni sono arrivate in ritardo. Ora siamo perfettamente consapevoli dell'impossibilità di realizzare tutti gli interventi per tempo, ma dobbiamo fare di tutto per mettere a terra gli investimenti». Ma soprattutto a novembre si saprà se Roma riuscirà a battere Riyad nell'aggiudicazione dell'Expo 2030. «La competizione è durissima. Ma sono ottimista. Le imprese sono pronte a mettere in gioco i loro investimenti, ma servono regole più semplici. Possiamo dare un contributo importante sia alla crescita della regione che alla tenuta dell'occupazione».

 

Angelo Camilli, Presidente di Unindustria, fa il punto sullo scenario che attende questo autunno l'economia della regione, in un quadro nazionale e internazionale di generale rallentamento. Agli interlocutori istituzionali, dal Comune di Roma fino alla Regione, chiede di semplificare le norme e di accelerare sui bandi, per mettere a terra tutte le risorse disponibili.

 

L'economia a livello nazionale e internazionale da segnali di rallentamento. Cosa vi aspettate nel Lazio per questo autunno?
«Sarà un anno di transizione. La nostra stima di luglio evidenzia una crescita del Pil dell'1% nel 2023, di poco superiore al +0,8% della media nazionale. Anche se in modo più lento rispetto ad altri territori, abbiamo recuperato i livelli pre Covid. Ma quest'anno ci sarà un peggioramento degli investimenti. Dal quasi +10% dell'anno scorso passiamo a una crescita del 2,4-2.5%, in linea comunque con il dato nazionale».
 

Quali sono gli elementi che mettono in pericolo l'economia regionale?
«Prima di tutto l'innalzamento dei tassi di interesse, che genera inevitabilmente una riduzione degli investimenti. Poi noi abbiamo due settori che trainano l'export: farmaceutica e metallurgia. Questi stanno soffrendo la crisi di importanti mercati di sbocco nel Nord Europa, come Germania e Belgio. Nei primi sei mesi del 2023 l'export è calato del 9% contro un +4% della media nazionale.  In generale, la manifattura, come in tutta Italia, dà segnali non positivi. Le costruzioni infine, andate molto bene finora, sono di fronte adesso alle incognite che riguardano gli incentivi all'edilizia».


Buone notizie vengono almeno dal turismo. Anche se l'inflazione penalizza gli arrivi dall'Italia. Siete preoccupati?
«No. Roma, in quanto grande capitale, ha sofferto moltissimo durante il Covid, e immediatamente dopo, del calo degli arrivi dall'estero. Da inizio anno sta beneficiando di una ripresa fortissima dei turisti provenienti da fuori ltalia. ll settore registra aumenti del 9% perfino rispetto al pre Covid. Nei primi tre mesi dell'anno la spesa degli stranieri è raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Per l'autunno prevediamo anche un ritorno molto significativo del turismo cinese. Inoltre, abbiamo migliorato l'accoglienza: negli ultimi tre anni hanno aperto 40 strutture alberghiere di lusso ed entro il prossimo anno ne apriranno un'altra decina».


Però non si vive di solo turismo...

«Molto bene stanno andando i servizi, in particolare il settore digitale grazie agli investimenti in cybersecurity, big data e intelligenza artificiale: nel 2023 il fatturato di questo comparto crescerà di un altro 6%».


Cosa può fare a Comune di Roma per aiutare le imprese?

«C'è il tema dei grandi eventi, dell'attuazione del Pnrr, dei lavori per il Giubileo del 2023 Nonostante sappiamo che ogni 25 anni c'è un Giubileo, arriviamo sempre all'ultimo momento. Le autorizzazioni sono arrivate in ritardo. Ora siamo perfettamente consapevoli dell'impossibilità di realizzare tutti gli interventi per tempo, ma dobbiamo fare di tutto per mettere a terra gli investimenti. Almeno le opere più importanti sembrano rispettare, seppur a fatica, i piani di realizzazione, dai lavori di piazza Pia a quelli del piazzale davanti la Stazione Termini».


C'è poi il tema del decoro urbano e della gestione del rifiuti. Che fare?

«Ci auguriamo che la realizzazione del termovalorizzatore proceda spedita rispettando i tempi indicati dal sindaco di Roma. Continuiamo a essere convinti che questa sia l'unica soluzione tecnologica percorribile per chiudere il ciclo dei rifiuti, azzerando quasi del tutto la possibilità di infiltrazione criminale e, cosa fondamentale, comportando un impatto ambientale sostanzialmente nullo, producendo energia termica ed elettrica, inoltre, ogni anno, come sottolineato dal sindaco. Roma spende 100 milioni di euro in più rispetto a quanto farebbe con un'impiantistica adeguata».

 

I tempi sono lunghi, però. Nell'immediato come agire?
«Servono segnali forti. Si potrebbero dare più poteri ai municipi nella gestione della raccolta. In alcune aree si potrebbe sperimentare il coinvolgimento dei privati, se serve rivedendo anche il contratto di servizio con Ama (l'azienda di igiene urbana al 100% del Comune di Roma, ndr), che presenta ancora evidenti criticità, sia per i mezzi a disposizione, ma anche per l'inefficienza organizzativa: l'azienda presenta un tasso di assenteismo di oltre il 16%; la media delle grandi imprese private non arriva all'8%».


Ce la farà Roma ad aggiudicarsi l'Expo 2030?
«Sappiamo che la competizione, soprattutto con Riyad, è dura e difficile. L'Arabia Saudita ha giocato sulla capacità di investimenti e di spesa. Ma noi abbiamo il sostegno compatto di tutto il Paese, degli Stati Uniti e dell'Unione Europea».



La Francia, però, sostiene Riyad...
«Per noi sarà importante arrivare al ballottaggio. Essendo tre candidature in campo, sarà difficile ottenere i due terzi dei voti necessari per essere scelti al primo turno dall'assemblea del Bureau international des Expositions. Poi subito dopo si svolgerà la seconda votazione per scegliere tra le due città che hanno ottenuto più consensi. Non ci sarà tempo per cercare accordi e allora potrà succedere di tutto: chi avrà votato per Riyad al primo turno potrebbe anche ripensarci e convergere su Roma . Mi auguro che molti Paesi vogliano valutare la qualità della nostra candidatura e non premiare solo aspetti di natura economica che neanche si accompagnano al rispetto dei diritti civili. Noi siamo una grande economia con valori importanti. Sono ottimista».

 

Cosa vi aspettate dalta Giunta della Regione Lazio?
«Dopo i primi sette mesi di rodaggio ci aspettiamo che in autunno la Regione entri in una fase operativa. Abbiamo un ottimo dialogo con il Presidente Francesco Rocca e gli assessorati di riferimento delle imprese. Chiediamo ora che il consorzio industriale unico entri nella fase operativa per rilanciare il nostro manifatturiero. Sappiamo che la giunta ci sta lavorando. Per l'economia del mare, dobbiamo accelerare la zona logistica semplificata per i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. C'è poi il tema della messa a terra dei fondi per la programmazione comunitaria, raddoppiati rispetto al precedente settennato. Bisogna procedere rapidamente, con norme semplici, sui bandi che riguardano il digitale, la sostenibilità, l'accesso al credito e la patrimonializzazione. Se le nostre imprese sono più robuste affrontano meglio le crisi».

 

In allegato l'intervista a cura di Andrea Marini per Il Sole 24 Ore.

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