News - 29/01/2024

CSRD: l’obbligo di rendicontazione ESG rinviato al 2026 per alcuni settori

Le istituzioni europee propongono un ritardo di due anni, fino a giugno 2026, per l'adozione degli standard di rendicontazione sulla sostenibilità per alcuni specifici settori con emissioni hard-to-abate e per le imprese extra UE

Le istituzioni europee propongono un ritardo di due anni, fino a giugno 2026, per l'adozione degli standard di rendicontazione sulla sostenibilità per alcuni specifici settori con emissioni hard-to-abate e per le imprese extra UE.  

L'obiettivo è consentire alle aziende di concentrarsi sull'implementazione di una più ampia informativa ESG, obbligatoria nelle relazioni annuali a partire dal 2024 secondo la direttiva UE sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). 

Sono interessati i settori petrolio e gas, estrazione mineraria, trasporti stradali, prodotti alimentari, automobili, agricoltura, produzione di energia e tessile.  

Il posticipo segue l'annuncio della commissaria europea per i servizi finanziari Mairead McGuinness, che aveva chiesto al gruppo consultivo europeo sull'informativa finanziaria (EFRAG) di definire priorità e avviare l'implementazione della CSRD prima di lavorare sugli standard settoriali. 

La Commissione propone inoltre di rinviare l'adozione degli standard generali di rendicontazione sulla sostenibilità per le imprese di paesi terzi fino al 2026, con obblighi di rendicontazione che si applicheranno solo nel 2028. 

Nonostante il rinvio, i deputati propongono la pubblicazione di otto standard settoriali non appena saranno pronti e chiedono maggiore trasparenza e flessibilità nel processo.  

Il prossimo passo sarà l'avvio dei negoziati tra il Parlamento europeo e i governi dell'UE per definire la forma finale della legislazione.