Con la sentenza n. 93/2025, depositata il 3 luglio 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 70 del D.P.R. 633/1972, nella parte in cui prevede la confisca obbligatoria del bene importato anche nei confronti del contribuente che ha già versato l’IVA all’importazione, le relative sanzioni e gli interessi.
Secondo la Corte, l’applicazione della misura ablativa in un simile contesto viola i principi di proporzionalità e ragionevolezza sanciti dalla Costituzione, in quanto finisce per colpire un soggetto che ha già integralmente adempiuto ai propri obblighi tributari. La confisca, qualificata come “misura di sicurezza” a fini preventivi, risulta in questo caso priva di finalità legittima, ponendosi in contrasto con i principi dello Stato di diritto.
La decisione chiude una lunga e complessa vicenda giudiziaria durata oltre un decennio, che ha attraversato tutti i gradi di giudizio – penali e tributari – fino all’intervento delle Sezioni Unite della Cassazione. Con questa pronuncia, la Corte Costituzionale riafferma il principio secondo cui non può esservi una sanzione sproporzionata o ingiustificata nei confronti di chi ha già sanato integralmente la propria posizione fiscale.
Si tratta di una sentenza che potrà avere effetti significativi anche su altri casi simili, rafforzando la tutela del contribuente e la certezza del diritto, in un ambito – quello delle misure sanzionatorie e ablative – da tempo oggetto di dibattito dottrinale e giurisprudenziale.
Unindustria con Confindustria continuerà a seguire l’evoluzione del quadro normativo e giurisprudenziale, nell’ottica di garantire un sistema fiscale più equo e prevedibile per le imprese.