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CRIK CROK

DONNA

Un'immagine chiara nella sua vita di bambina: quella di non riuscire a resistere davanti ad un pacchetto di patatine. Francesca Ossani, imprenditrice di origini napoletane, è oggi a capo di una delle più importanti aziende italiane produttrici di snack.

«La cosa più bella da vedere negli impianti della produzione è la cascata di patatine spiega - Ogni giorno uno spettacolo pazzesco, un’emozione autentica che ti riporta indietro nel tempo».

Una dietro l'altra in un susseguirsi di scrocchi e di aromi per finire ogni volta nel pacchetto colorato che ne conserva sapore e fragranza.

Francesca Ossani è una cascata di parole e di passione proprio come le sue patatine, quelle firmate dalla Crik Crok, l'azienda con a capo una donna. Lei di strada ne ha fatta passando dal turismo, alla moda fino al settore alimentare. Una storia per metà di famiglia che Francesca porta con sé nel ricordo di papà, di quel Mario Ossani che a Napoli era riuscito a costruire un vero impero negli anni del dopoguerra. Proprio lui che si era buttato in lungo e largo nel settore delle costruzioni.

 

 

IMPRONTE

Nell'azienda della famiglia Ossani si festeggiavano i compleanni, le nascite, il Natale e i traguardi più importanti, tutti insieme.

 

Francesca, l'impronta di papà Mario, la porta nel cuore e in azienda ogni mattina quando, nello stabilimento di Pomezia, prima di salire nel suo ufficio va a salutare i dipendenti e si intrattiene con loro. «Dobbiamo essere una squadra e portare avanti insieme la nostra impresa. Papà lo ripeteva sempre e anche oggi nella mia azienda si vive così».

 

Alla Crik Crok, nata nel 1949, Francesca Ossani arriva quasi cinque anni fa. Una scelta coraggiosa perché in quel momento il rischio è altissimo e si sta andando verso la chiusura. Francesca fino a quel momento la sua professione l'ha svolta nel settore alberghiero, in una delle realtà più prestigiose della Capitale, fino all'incontro con l'imprenditore marchigiano Diego Della Valle con il quale collabora nella ricerca di prodotto. Infine una sfida nella moda con una linea di abbigliamento che porta la sua firma oltre i confini nazionali.

 

A PRIMA VISTA

L'amore per gli snack più venduti e apprezzati nel mondo arriva dopo che Francesca Ossani ha dedicato il suo tempo alla famiglia e ai figli.

«L’idea di potermi sentire vicina alla creazione di un prodotto mi è sempre piaciuta e l’occasione è arrivata quando si è trattato di ribaltare le sorti di questa azienda che stava andando verso la chiusura».

Settantanni di vita, 150 dipendenti e 500 agenti di vendita sui quali si rischia di scrivere la parola fine. Francesca Ossani, oggi socio unico e presidente della Crik Crok, ha fatto tutto da sola e ci è riuscita. Un sogno che si è realizzato in nome di papà.

 

DIRETTRICI

«Abbiamo lavorato tantissimo per ottenere un prodotto eccezionale».

Via il glutine, aggiunta di soli aromi naturali e in particolare l'olio alto oleico per fare in modo che il prodotto rimanga fragrante e non dia nè cattivo odore né cattivo sapore quando si apre il pacchetto. Una attenzione particolare alla qualità quella che offre Crik Crok nella sua “patatina 4.0” ottenuta con la conversione degli ingredienti.

«Il prodotto deve essere buono affinché il consumatore continui a sceglierci».

E una particolare attenzione per l'ambiente anche grazie alla depurazione delle acque di processo. L'azienda si sta inoltre impegnando per trasformare i propri packaging per ridurre al minimo l'impatto ambientale, preferendo materiali di carta.

 

Si respira la passione con Francesca Ossani, la voglia di mettere nel lavoro ciò che si fa in famiglia e con i figli. Una figura di donna che a casa è compagna e mamma e al lavoro una professionista che riesce a fare tutto con un tempo di qualità.

«Ciò che più mi soddisfa è essere riuscita a creare qualcosa di mio. Lavoro con tenacia e sono felice. Lo spiego ogni giorno ai miei figli. Nella vita occorre costruire da soli ed avere rispetto per i dipendenti. Il presidente ed un operaio hanno la stessa valenza; sono umanità. Il mio sogno è come quello di papà: scegliere di lavorare sempre in squadra. Stiamo facendo una ristrutturazione importante e lavoriamo per questo territorio. Abbiamo “adottato” una rotonda con un ulivo al centro. È l’impegno che abbiamo preso per spiegare alla gente che ci siamo, oltre ad aver sostenuto un progetto per il trasporto di giovani disabili».

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