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Interviste ed Editoriali - 19/07/2022

Expo 2030 Roma: «Bisogna ripulire la città per l'arrivo degli ispettori»

Costituita la "Fondazione Expo Roma 2030": intervista al Presidente Angelo Camilli su Il Messaggero


19 luglio 2022
Intervista al Presidente Angelo Camilli su "Il Messaggero" a margine della
conferenza stampa di presentazione della Fondazione Expo Roma 2030 (guarda la fotogallery)


 

Angelo Camilli, Presidente di Unindustria e tra i principali "azionisti" della Fondazione Roma Expo 2030, perché avete scelto come presidente Massimo Scaccabarozzi?

«Intanto è romano d'adozione, ma poi è un manager di grande esperienza, nazionale e internazionale, alla guida in Italia di una multinazionale del farmaco (la Janssen, ndr) e in passato alla testa di Farmindustria, tra le categorie di Confindustria che rappresenta uno dei maggiori settori produttivi del Paese. E questo gli permette di avere, con imprese e istituzioni, importanti contatti sia sul nostro territorio sia all'estero».


Appunto, perché il ruolo della fondazione è anche quello di fare lobbying sui Paesi del Bureau international des Expositions che voteranno per l'Expo a Roma.

«Certamente potremo dare un contributo al Comitato organizzatore guidato dall'ambasciatore Massolo per far conoscere il progetto e altri attori, sfruttando le nostre conoscenze e esperienze. In quest'ottica guardiamo all'ingresso nel consesso anche di importanti aziende. Ma la fondazione non nasce soltanto come strumento di lobbing».


Che però serve, visti concorrenti ricchi come Busan e Riad.

«Per carità, il nostro presidente nazionale, Carlo Bonomi, si sta già muovendo con le altre Confindustrie. Ma la nostra sarà un'attività "diplomatica" di supporto a quella che porta avanti il Comitato organizzatore, non a caso guidato dall'ambasciatore Massolo. Intanto, con la nostra fondazione composta da tutte le realtà produttive del territorio, vogliamo dare un segnale di forza alla candidatura italiana. Ma il nostro compito principale sarà offrire idee al Comitato e coinvolgere quanto più possibile tutti i pezzi della città e della Regione».


Dovrete anche trovare fondi?

«Sì, il capitale di partenza è di circa un milione di euro, speriamo di raccoglierne un altro milione. Ma sul versante finanziario il Comitato mi sembra ben posizionato».


A inizio 2023 sono attesi i funzionari dell'Expo per "ispezionare" la Capitale. Siete preoccupati visti l 'emergenza dei rifiuti o i ritardi nei trasporti?

«Questa data è più riavvicinata di quanto sembri. Il Comune quanto il Comitato promotore sanno che sono tematiche che vanno affrontante indipendentemente da Expo. E credo che serva una nuova pulizia straordinaria. In genere il decoro, rifiuti in primis, e il sistema dei trasporti biglietti da visita per un Paese che punta a ospitare eventi internazionali di questa caratura. Ma il progetto del termovalorizzatore, da far partire nel 2026, mi sembra una buona soluzione sul fronte strutturale».


Progetto sul quale vi siete sempre detti favorevoli.

«Abbiamo collaborato a uno studio lanciato dalla Camera di commercio di Roma e realizzato dall'Enea sul ciclo dei rifiuti, dal quale si evince che la soluzione del termovalorizzatore è quella di più facile realizzazione. Nel rapporto, che abbiamo presentato al sindaco Gualtieri, si spiega che tra le tecnologie a disposizione questa è quella che comporta i più ampi benefici in termini energetici e il minimo impatto sul versante ambientale. Poi, visti i tempi strettissimi che abbiamo, non credo che ci possiamo permettere altre sperimentazioni».


L'uscita di Draghi dal governo potrebbe avere ripercussioni sulla candidatura di Expo?

«Vorrei, e lo abbiamo espresso anche come imprese, che il Presidente del Consiglio continuasse il suo lavoro. Ma la scommessa di Roma è quella dell'intera nazione, va e sarà portata avanti da tutto il sistema Paese. In quest'ottica, diamo il nostro apporto con la fondazione». 

 


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