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Documento - 28/04/2022

Relazione sulle attività 2021

Il documento, a cura di Unindustria, è disponibile in allegato

 

Relazione sulle attività 2021
Dall'introduzione del Presidente di Unindustria Angelo Camilli
 

Il 2021 è stato l’anno della speranza e dell’orgoglio per le nostre imprese.

 

La speranza dei vaccini e della scienza. Dopo la seconda ondata, infatti, la terza fase della pandemia Covid, oltre ai tanti nuovi sacrifici richiesti ai cittadini e alle aziende, è coincisa con la grande accelerazione della campagna vaccinale che ha ridato fiducia e slancio alla società e alla ripresa economica. L’emergenza sanitaria non era alle spalle, le vittime erano purtroppo ancora numerose, ma la strada da seguire è apparsa finalmente chiara e la convivenza con il virus una realtà molto più accettabile. Una menzione speciale, in questo ambito, va proprio alla nostra regione che si è contraddistinta sia per i numeri e per le prestazioni sempre ottimi nelle vaccinazioni, ma anche per il protagonismo dell’industria farmaceutica nello scenario produttivo.

 

La speranza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha ben definito tutte le risorse disponibili e gli obiettivi attesi. Sin dal mio insediamento alla Presidenza, ho sempre sottolineato la funzione del PNRR per misurare le reali ambizioni di cambiamento e di sviluppo del nostro Paese: non si tratta, infatti, semplicemente di una questione di risorse ingenti, ma di un’occasione unica per invertire la rotta di un Paese con troppi divari, poco capace di progettare e rispettare tempi e obiettivi delle proprie strategie di crescita.

 

L’orgoglio, invece, riguarda innanzitutto il ruolo decisivo delle imprese nella ripresa avviatasi con vigore lo scorso anno. L’economia italiana nel 2021 ha fatto registrare un andamento davvero positivo, che molti ritenevano impossibile perfino pochi mesi orsono. E ciò è avvenuto ancor prima della partenza e delle positive ricadute attese del PNRR, che sarà una partita che riguarderà essenzialmente il 2022 e gli anni successivi.

 

Si è poi delineata, per la prima volta, una forbice positiva tra il nostro Paese e il nostro tradizionale metro di confronto, la Germania. L’Italia, infatti, ha viaggiato ad una velocità più elevata dei tedeschi soprattutto 10 nella produzione industriale. Un sistema produttivo, quello italiano, che ha saputo quindi muoversi in maniera più agile in un terreno accidentato rispetto alla più strutturata economia di Berlino.

 

Anche nel Lazio, nonostante il settore turistico risulti ancora pesantemente colpito dagli effetti della crisi, le imprese hanno contribuito in maniera decisiva a previsioni sempre più ottimistiche per il rimbalzo dell’economia locale rispetto al 2020. Le nostre imprese hanno dimostrato grande capacità di innovazione e di adattamento. Un sistema economico e industriale flessibile, dinamico e diversificato che ha affrontato con responsabilità le restrizioni sanitarie e che ha saputo garantire lavoro e crescita in tutti i territori della regione.

 

È stato anche un anno di spiccato orgoglio associativo perché Unindustria ha celebrato il suo decennale

 

Dieci anni da quando è stata fatta una scelta non scontata e di grande visione. Un salto in avanti compiuto nel 2011, subito apprezzato da tutto il sistema confederale, ma che poi ha dimostrato giorno dopo giorno, anno dopo anno, alle imprese e al territorio il valore crescente di una scelta lungimirante ed efficiente.

 

Dieci anni possono sembrare pochi per una storia centenaria come quella di Confindustria, ma per Unindustria si sono dimostrati un tempo sufficiente per far crescere la qualità delle proposte, per migliorare le connessioni e le sinergie tra le migliaia di associati, per affrontare al meglio sfide terribili ed improvvise come quella del Covid da cui proviamo, con l’impegno di tutti, ad allontanarci.

 

Anche in virtù di quella scelta e delle capacità e competenze cresciute e valorizzate nel tempo, la nostra Associazione ha meritato sempre maggiore stima e considerazione, soprattutto nei momenti difficili, da tutti i suoi principali interlocutori.

 

Unindustria è rispettosa custode della propria storia, convinta sostenitrice del proprio presente e ostinatamente proiettata nel futuro per il progresso della nostra regione e del nostro Paese.

 

Ecco perché anche nel 2021 siamo stati al fianco delle imprese nella loro quotidianità, sostenendo la loro volontà ferrea di non fermarsi e di essere competitive.

 

Nello stesso tempo, il lavoro dell’Associazione è stato specificamente diretto a migliorare gli elementi di attrattività del territorio e tutti i fattori di contesto che permettono alle aziende di lavorare meglio, di investire con più fiducia e certezze, di poter utilizzare tutti gli strumenti possibili per innovare, creare occupazione di valore per i giovani e, in definitiva, generare sviluppo.

 

Nel 2021 Roma e il Lazio hanno colto risultati significativi su iniziative e progetti che Unindustria aveva per prima ideato e fortemente sostenuto. Dalla costituzione del Consorzio Industriale del Lazio al riconoscimento della Zona Logistica Semplificata per i porti, dal concretizzarsi del progetto Rome Technopole fino alla sfida di EXPO 2030

 

Il 2022 dovrà essere un anno di lavoro convinto ed efficace affinché questi progetti strategici diventino vere storie di successo per il Lazio: una Regione che deve ancora aumentare il suo grado di consapevolezza di essere Terra di Impresa.

 

Sappiamo già che il 2022 non sarà un anno in discesa.

 

Oltre alla crisi energetica e delle materie prime cresciuta durante il 2021, mentre chiudiamo questa Relazione ci sconvolgono e ci preoccupano le immagini di guerra che arrivano dal fronte orientale della nostra Europa. Una guerra terribile, inattesa, ed inaccettabile, che colpisce allo stesso modo militari e civili, e che calpesta i principi fondamentali di libertà.

 

La migliore risposta, però, è portare avanti i valori fondanti dell’Unione europea che finalmente appare compatta nel contrasto alle aggressioni subite dall’Ucraina, anche se dovremmo pagare un prezzo significativo per le nostre economie.

 

In un quadro così duro e complesso vanno di certo riconosciute al Governo italiano, guidato da Mario Draghi, la severità nella condanna del conflitto e la fermezza delle decisioni da intraprendere sia sul piano degli aiuti sia su quello delle sanzioni economiche, che hanno immediatamente rimesso l’Italia al centro dell’Unione europea, rafforzando il ruolo politico e l’immagine sostanziale del nostro Paese.

 

Pur se la situazione attuale, mentre scriviamo queste pagine, non ci permette ancora di leggere gli esiti futuri, resta fermo il nostro dovere di imprese che si sostanzia sempre nel continuare ad affermare la libertà che passa dal lavoro e dal rispetto dei valori, dei sogni e delle ambizioni delle persone.

 

Angelo Camilli
Presidente di Unindustria

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