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Rassegna Video - 01/07/2023

Economia: "Il confronto"

Puntata speciale con il Presidente di Unindustria Angelo Camilli



Economia, Pil italiano in crescita

 

PIL italiano in crescita: qual è il segreto?

“Non siamo sorpresi delle proiezioni, osservando il livello di resistenza alla crisi che c’è stata e di resilienza delle nostre imprese ed anche la voglia di continuare ad investire, vedevamo prospettive rosee. Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia sta facendo meglio anche rispetto a Germania, Francia e Spagna: abbiamo recuperato tutta la perdita del Pil del covid e sostanzialmente abbiamo fatto +2,5% quindi un risultato sicuramente significativo probabilmente perché il nostro sistema imprenditoriale è più flessibile e più abituato a diversificare nei momenti di emergenza, un po’ più veloce ad esempio rispetto all’economia tedesca, che è molto più pesante e conta imprese con dimensioni medie più importanti. Noi siamo più abituati ad adattarci, a diversificare sui mercati e quindi questo sicuramente ci ha aiutato e agevolato. Un altro elemento è che siamo usciti dalla crisi finanziaria del 2010 un po’ più robusti, anche le nostre PMI, ed abbiamo fatto tanta innovazione tecnologica grazie a industria 4.0, un provvedimento decisivo per favorire gli investimenti delle imprese nell’innovazione tecnologia. Tutti fattori che si aggiungono, naturalmente, alla capacità dei nostri imprenditori di stare sul mercato”.


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PNRR

“È una grande occasione non c’è dubbio, 200 miliardi di investimenti sono una cifra importantissima nell’arco di 5 anni, forse potremmo fare ancora meglio di questo 1,2% se riuscissimo effettivamente a mettere a terra gli investimenti. Purtroppo scontiamo la difficoltà del Paese di riuscire a realizzare investimenti in tempi brevi questo ce lo diciamo da tantissimi anni. Riguardava gli investimenti tradizionali, riguarda i fondi comunitari: negli ultimi 7 anni, dal 2020 e 2026, dovevamo spendere 50 miliardi e ne abbiamo spesi solo il 34%: ora a pensare di spenderne 200 in cinque anni obiettivamente la macchina del Paese fa fatica. Abbiamo speso molto poco a fino al 31 dicembre 2022, 23 miliardi circa sui 200: siamo indietro, dobbiamo avere il coraggio di spingere al massimo per realizzare gli investimenti, soprattutto quelli che servono e che creano opportunità di sviluppo. Dobbiamo ricordarci che su 200 miliardi 130 sono debiti e quindi da restituire: dobbiamo avere il coraggio di investire e - questa è anche una proposta di Confindustria – di orientare i fondi sulla transizione che stiamo vivendo sul digitale e sulla sostenibilità. E' una transizione che richiederà nei prossimi anni investimenti colossali, quindi se riuscissimo a canalizzare un po’ di risorse su questi temi potrebbero essere sicuramente investimenti che danno poi produzione, reddito, occupazione di qualità etc.".


 


Inflazione e Salari

"Ci sono una serie di incertezze ovviamente il problema principale in questo momento è sicuramente quello dell’inflazione che sta gravando sia sulle tasche dei cittadini che delle imprese e sta generando un rialzo dei tassi di interesse sui prestiti di denaro molto significativo. Questo riguarda le persone, sui mutui e sui propri debiti personali, ma riguarda moltissimo la capacità di indebitamento delle imprese perché il costo del denaro che aumenta in maniera così significativa riduce la propensione agli investimenti delle imprese e ciòsta generando già adesso una riduzione della domanda di finanziamenti, una frenata degli investimenti e anche della crescita, soprattutto nel settore manifatturiero. Una serie di problematiche importanti". Il tema dei salari è un tema importante e non c’è dubbio che dobbiamo lavorare assieme per far si che le retribuzioni possano salire, partendo dall'affrontare il tema della giungla dei contratti".


 


Roma Expo 2030

“Expo 2030 Roma è un’idea che abbiamo proposto a settembre 2020: in quel momento c’era la campagna elettorale a Roma e l’idea fu raccolta dai quattro candidati sindaci più rappresentativi e per questo il Presidente Draghi pensò di presentare la candidatura perché la candidatura è del Paese. È un’opportunità, come tutti i grandi eventi ormai è dimostrato, molto importante: sono sfide volano di crescita, che attivano investimenti: bisogna crederci perché attivano tante risorse. Le stime sono importanti: se dovessimo riuscire ad aggiudicarci l’Expo 2030 sono previsti 50 miliardi di Pil prodotto, 10 miliardi di investimenti con 300.000 posti di lavoro in più oltre alla visibilità di livello internazionale. La competizione è dura: a novembre si voterà, c’è un impegno molto forte del Compitato Promotore a promuovere la candidatura in giro per il mondo, noi come mondo privato stiamo affiancando il Comitato con la Fondazione Roma Expo 2030 fondata con le associazioni datoriali più rappresentative del territorio, nella quale stanno entrando molte aziende”.


 



Futuro del lavoro e nuove competenze

 

"Stiamo vivendo un paradosso: l’occupazione sta andando molto bene, tutto sommato nell’ultimo anno sono stati creati 500.000 posti di lavoro e quindi parliamo di un andamento molto positivo che anzi potrebbe essere ancora più positivo, perché oggi le imprese hanno grossissima difficoltà a trovare profili professionali adeguati e questo vale in tanti settori, per tutti i settori e per tutte le mansioni. Oggi tante indagini ci dicono che nel 50-60% dei casi le imprese non riescono a trovare le persone di cui hanno necessità: alla base di tutto c’è il tema della crisi demografica, proprio in questi giorni è uscito un dato che riporta che quest’anno ci saranno 130.000 studenti in meno nelle scuole italiane, quindi un numero importantissimo. Questo sta generando un problema molto serio proprio di disponibilità di risorse umane, soprattutto nel momento in cui c’è una fase di crescita o di trasformazione molto forte, come c’è oggi. Dall’altra parte c’è un problema di competenze: i ritardi nella scuola e nell’università, i ritardi nel dialogo tra scuola e università, tra università, ricerca e mondo delle imprese: su questo noi stiamo lavorando molto sia per quello che riguarda la formazione tecnico scientifica post diploma, sia con il Rome Technopole che è una fondazione che riunisce imprese, mondo della ricerca e della formazione universitaria per formare profili professionali di alto livello da un punto di vista tecnico scientifico, che con i processi di trasformazione in atto diventano indispensabili".

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