L’approvazione definitiva del decreto legislativo correttivo del Codice antimafia dovrebbe portare, nelle intenzioni dell’esecutivo di Governo, semplificazioni alle imprese con particolare riferimento agli oneri amministrativi superflui
Facciamo seguito alla comunicazione dello scorso luglio per informarvi che, a seguito dei pareri formulati dalle Commissioni parlamentari competenti (allegati), il Consiglio dei Ministri convocato lo scorso 6 ottobre ha approvato in via definitiva il decreto legislativo correttivo del Codice antimafia (v. allegato). Il provvedimento non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore a partire dal trentesimo giorno successivo alla pubblicazione.
Il testo riproduce i contenuti di quello sottoposto ai pareri delle Commissioni parlamentari, salvo due integrazioni. Pertanto, si conferma l'introduzione di misure importanti per il sistema imprenditoriale, richieste da tempo da Confindustria che le ha presidiate anche nel corso delle ultime settimane, prima inviando un documento di osservazioni in vista del parere delle Commissioni, poi segnalando al Ministero dell'Interno la criticità di alcune osservazioni formulate dalla Commissione Giustizia della Camera in tema di familiari conviventi e di verifiche di particolare complessità. Osservazioni che non sono poi state recepite nel provvedimento approvato.
Nel provvedimento vengono previste diverse misure di semplificazione della disciplina della documentazione antimafia, che Confindustria ha proposto e condiviso con la Funzione Pubblica e il Ministero per la PA. Si tratta di misure necessarie per superare diverse difficoltà operative che sono emerse a seguito dall'entrata in vigore della nuova disciplina in materia, nel febbraio 2013. Tale nuova disciplina, infatti, ha determinato l'allungamento dei tempi di rilascio della documentazione antimafia, l'appesantimento degli adempimenti a carico delle imprese e, quindi, la dilatazione dei tempi di aggiudicazione degli appalti e di stipula dei conseguenti contratti.
In particolare, tra le proposte di modifica al Codice antimafia di Confindustria, la riforma recepisce le seguenti:
i) utilizzabilità della documentazione antimafia in corso di validità anche ai fini di procedimenti diversi da quello per cui è stata rilasciata;
ii) nei casi di comunicazione antimafia, al decorso del termine ordinario per il rilascio da parte della Prefettura, possibilità di procedere anche in assenza della comunicazione, in base ad autocertificazione; iii) nei casi di informazione antimafia, al decorso del termine per il rilascio, o nei casi di urgenza, possibilità di procedere immediatamente, e non più al decorso dei 15 giorni.
Inoltre, sono positive le previsioni che: i) eliminano l'ipotesi delle verifiche di particolare complessità (cui ad oggi consegue un'ulteriore dilatazione dei tempi) per i casi di comunicazione antimafia; ii) riducono da 45 a 30 giorni il termine ordinario previsto per il rilascio di entrambe le tipologie documentali in esame. Tuttavia, per l'informazione antimafia l'effetto positivo di tale riduzione è in parte vanificato dall'aumento da 30 a 45 dei giorni di cui il Prefetto dispone nei casi di particolare complessità.
Il decreto non recepisce la proposta di Confindustria di escludere i familiari conviventi dalle verifiche antimafia, per esonerare le imprese da una complessa attività di reperimento dei dati rilevanti. E' però positiva la norma che limita le verifiche ai familiari conviventi maggiori di età, residenti in Italia. Infatti, l'esclusione dei familiari residenti all'estero alleggerisce la posizione dei manager internazionali, ad oggi molto restii a fornire i dati personali, in virtù delle rigorose norme sulla privacy in vigore nei Paesi di provenienza. Inoltre, per acquisire i dati anagrafici dei familiari conviventi, si prevede l'ipotesi di un collegamento tra la Banca dati nazionale della documentazione antimafia e l'Anagrafe della popolazione residente.
Si segnala come critica l'unica norma sostanziale introdotta nel testo definitivo per l'ipotesi che un malfunzionamento della - futura - Banca Dati nazionale impedisca il rilascio della comunicazione antimafia. In tal caso, si prevede che le PA erogano finanziamenti, contributi e altre agevolazioni sotto condizione risolutiva, nonché previa prestazione di una fideiussione di pari importo.