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News - 08/10/2014

Semplificazione documentazione antimafia: approvato il decreto correttivo

L’approvazione definitiva del decreto legislativo correttivo del Codice antimafia dovrebbe portare, nelle intenzioni dell’esecutivo di Governo, semplificazioni alle imprese con particolare riferimento agli oneri amministrativi superflui

Facciamo seguito alla comunicazione dello scorso luglio per informarvi che, a seguito  dei  pareri  formulati  dalle  Commissioni parlamentari competenti (allegati),  il  Consiglio  dei  Ministri  convocato lo scorso 6 ottobre ha approvato  in  via  definitiva il decreto legislativo correttivo del Codice antimafia  (v. allegato). Il provvedimento non è stato ancora pubblicato in Gazzetta  Ufficiale  ed  entrerà  in vigore a partire dal trentesimo giorno successivo alla pubblicazione.

Il  testo  riproduce  i  contenuti  di  quello  sottoposto  ai pareri delle Commissioni  parlamentari,  salvo  due  integrazioni. Pertanto, si conferma l'introduzione   di  misure  importanti  per  il  sistema  imprenditoriale, richieste  da  tempo  da Confindustria che le ha presidiate anche nel corso delle  ultime  settimane,  prima  inviando  un documento di osservazioni in vista   del   parere   delle   Commissioni,  poi  segnalando  al  Ministero dell'Interno   la   criticità   di   alcune  osservazioni  formulate  dalla Commissione  Giustizia  della  Camera  in tema di familiari conviventi e di verifiche  di  particolare complessità. Osservazioni che non sono poi state recepite nel provvedimento approvato.

Nel provvedimento vengono previste diverse misure di semplificazione della disciplina della documentazione antimafia,  che Confindustria ha proposto e condiviso con la Funzione Pubblica e il Ministero per la PA. Si tratta di misure necessarie per superare diverse difficoltà operative che sono emerse a seguito dall'entrata in vigore della nuova disciplina in materia, nel febbraio 2013. Tale nuova disciplina, infatti, ha determinato l'allungamento dei tempi di rilascio della documentazione antimafia, l'appesantimento degli adempimenti a carico delle imprese e, quindi, la dilatazione dei tempi di aggiudicazione degli appalti e di stipula dei conseguenti contratti.

In  particolare, tra le proposte di modifica al Codice antimafia di Confindustria, la riforma recepisce  le  seguenti:  
i) utilizzabilità  della documentazione antimafia in corso di validità anche ai fini di procedimenti diversi da quello per cui è stata rilasciata; 
ii) nei casi di comunicazione antimafia,  al decorso del termine ordinario per il rilascio da parte della Prefettura,  possibilità di procedere anche in assenza della comunicazione, in  base ad autocertificazione; iii) nei casi di informazione antimafia, al decorso  del termine per il rilascio, o nei casi di urgenza, possibilità di procedere immediatamente, e non più al decorso dei 15 giorni.

Inoltre,  sono  positive  le  previsioni  che: i) eliminano l'ipotesi delle verifiche  di  particolare  complessità (cui ad oggi consegue un'ulteriore dilatazione dei tempi) per i casi di comunicazione antimafia; ii)  riducono da 45 a 30 giorni il termine ordinario previsto per il rilascio di entrambe le  tipologie  documentali in esame. Tuttavia, per l'informazione antimafia l'effetto  positivo di tale riduzione è in parte vanificato dall'aumento da 30 a 45  dei  giorni  di  cui il Prefetto dispone nei casi di particolare complessità.

Il decreto  non  recepisce  la  proposta  di  Confindustria di escludere  i  familiari conviventi dalle verifiche antimafia, per esonerare le  imprese da una complessa attività di reperimento dei dati rilevanti. E' però  positiva  la  norma  che  limita le verifiche ai familiari conviventi maggiori  di  età, residenti in Italia. Infatti, l'esclusione dei familiari residenti  all'estero alleggerisce la posizione dei manager internazionali, ad  oggi  molto  restii a fornire i dati personali, in virtù delle rigorose norme  sulla  privacy  in  vigore  nei  Paesi  di provenienza. Inoltre, per acquisire  i dati anagrafici dei familiari conviventi, si prevede l'ipotesi di  un  collegamento  tra  la  Banca  dati  nazionale  della documentazione antimafia   e  l'Anagrafe  della  popolazione  residente.  

Si segnala come critica l'unica norma sostanziale introdotta nel testo definitivo per l'ipotesi che un  malfunzionamento  della  -  futura  - Banca Dati nazionale impedisca il rilascio  della  comunicazione antimafia. In tal caso, si prevede che le PA erogano  finanziamenti,  contributi  e  altre agevolazioni sotto condizione risolutiva, nonché previa prestazione di una fideiussione di pari importo.
 

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